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Atalanta e Slovenia una notte da tori gitani

La Slovenia del basket ha buttato fuori dalla finale degli europei gli spagnoli detentori del titolo, più o meno alla stessa ora in cui l'Atalanta, che tornava nell'Europa del grande calcio dopo quasi 30 anni, ha sistemato per bene l'Everton di Rooney

Atalanta e Slovenia una notte da tori gitani

Nella truculenta corrida dello sport moderno capita che qualche volta vinca il toro. Quando succede rivaluti tutto o quasi tutto. E' andata così giovedì notte quando la Slovenia del basket ha buttato fuori dalla finale degli europei gli spagnoli detentori del titolo, più o meno alla stessa ora in cui l'Atalanta, che tornava nell'Europa del grande calcio dopo quasi 30 anni, ha sistemato per bene l'Everton di sua golosità Rooney, nel giorno del quasi riscatto italiano dopo i flop della Champions.

Piccolo è bello, ma devi saperlo valorizzare. La Slovenia lo ha fatto nel basket e per la prima volta dall'indipendenza del 1991 è finalista europea pur avendo avuto grandissimi giocatori in passato. L'Atalanta è tornata a farlo, dopo i tempi d'oro del maestro Mondonico, perché il Percassi che l'ha ritrovata impoverita è riuscito a difendere due cose importanti: la cura del vivaio, che nella storia ha dato grandi calciatori all'Italia, e la difesa di un progetto tecnico che nello scorso campionato vacillava ma confermando Gasperini si è trovato in Europa e subito vincitori. Un piacere vederli giocare anche sul neutro di Sassuolo, bello scoprirne la vitalità anche dopo i tomenti di un mercato che voleva rubarle il meglio: ingaggi per 27 milioni, 11° posto in serie A.

La Slovenia del basket è figlia di una scuola regale, grandi tecnici, grandi giocatori, ma per un paese di poco più di 2 milioni d'abitanti non era facile mettere insieme una squadra competitiva. Si è affidata ad un serbo, Igor Kokoskov che, prima di Messina, è andato a cercare fortuna come vice allenatore sulle panchine Nba dal 2000: Clippers, la squadra dove giocherà Gallinari, Detroit, Phoenix, Cleveland e Utah Jazz. Serbia grande madre. Ai tempi della Jugoslavia che dominava, tanti gli sloveni in campo. Dopo la sporca guerra, le crisi, ecco questo capolavoro con una squadra che ha riunito i campioni sparsi per il mondo: due soltanto giocano a casa (Carcar e Rebec) gli altri si guadagnano la vita altrove. Il giovane fenomeno Luca Doncic, classe 1999, guardia reale di 2.01 gioca a Madrid da quando aveva 16 anni. Il drago Goran Dragic, fratello del Zoran che abbiamo visto poco a Milano anche prima dell'infortunio, è a Miami nell'Nba. Il loro pivot Gaspar Vidmar, un 2.11 che ha tenuto testa ai fratelli Gasol, gioca in Turchia.

Notte magica per squadre che, come il toro Gitano, nel film scritto nel 1956 da Dalton Trunbo sotto falso nome per sfuggire alla mefitica lista nera, hanno già vinto nell'arena dei ricchi facendosi amare dalla gente.

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