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Gli atleti più improbabili e già eroi delle Olimpiadi

Un fondista delle Bermuda e uno dal Regno del Tonga, lo slittinista indiano ai sesti Giochi e la squadra di bob femminile della Giamaica. Tutte le mascotte di Pyeongchang

Gli atleti più improbabili e già eroi delle Olimpiadi

È la terza Olimpiade, e dunque è un veterano. Ottantottesimo ai giochi di Vancouver del 2010, ottantaquattresimo a Sochi, sempre nei 15 chilometri di fondo: una volta in tecnica libera, l’altra classica. Un curriculum all’apparenza non di grande eccellenza il suo, ma ciò che ha di straordinario la sua “scheda atleta” è la provenienza: Tucker Murphy parteciperà alle Olimpiadi di Pyeongchang come sciatore di fondo delle isole Bermuda. È il primo di una lista non breve di atleti mascotte, in gara a tutti gli effetti ma che arriveranno dai Paesi più improbabili in relazione alla disciplina di cui saranno rappresentanti.

Come unico atleta della sua Nazione, Murphy è stato il portabandiera delle isole Bermuda sia a Vancouver che a Sochi. E lo sarà anche il 7 febbraio, alla cerimonia inaugurale di Pyeongchang. Ai Giochi del 2010 fu il primo sciatore delle Bermuda a partecipare a un evento olimpico nella storia nazionale, il terzo tra tutti gli sport, estivi e invernali. Murphy, 36 anni compiuti lo scorso ottobre, ha studiato alle isole Bermuda fino all’età di 14 anni, proseguendo poi la sua istruzione negli Stati Uniti e a Oxford, diventando biologo e zoologo.

Pita Taufatofua viene dal regno del Tonga ed è un volto noto dei Giochi Olimpici. Non perché abbia mai partecipato a quelli invernali, ma perché è reduce dai Giochi estivi di Rio del 2016. Lì partecipò nella disciplina del taekwondo con scarso esito. Ora si ricicla in versione inverno. E che riciclo. Si è conquistato la qualificazione raggiungendo l’Islanda nell’ultimo giorno disponibile e con appena un anno di preparazione alle spalle: ha iniziato gli allenamenti su sci a rotelle nel gennaio del 2017 avendo visto una sola volta la neve prima di allora in vita sua. A Rio sfilò a torso nudo con una gonnellino e una collana al collo, il corpo unto di olio. Potrebbe replicare nonostante la differenza di temperatura, magari scegliendo un dolcevita. Prima dell’inizio dei Giochi è già un beniamino delle folle.

Determinatissimo (“voglio essere il primo atleta africano a vincere una medaglia ai giochi olimpici invernali” ) è il ghanese Akwasi Frimpong, iscritto nello skeleton, lo slittino in cui l’atleta scende a testa in giù, capo avanti e piedi dietro. Ha vissuto tutta l’infanzia in Ghana con la nonna per poi raggiungere la madre in Olanda. La sua carierà sportiva è iniziata con la velocità, i duecento metri piani, e fu addirittura scelto dai Paesi Bassi per le Olimpiadi di Londra, ma la frattura del tendine Achille compromise i suoi sogni. Da allora ha cambiato completamente sport.

Puntano in alto, e dunque altro che mascotte, le due bobbiste Carrie Russel e Jazmine Fenlator, dalla Giamaica con passione. Sulla scia del leggendario quartetto di Calgary ‘88, che fece partire la grande moda del bob su ghiaccio ai Caraibi, saranno la prima squadra femminile di bob mai presentata da Kingston alle Olimpiadi. Sulla carta sono fortissime: ex sprinter oro ai Mondiali in staffetta la prima, bobbista per molti anni per gli Stati Uniti la seconda (è di padre giamaicano). A Pyeongchang non saranno sole: le accompagnerà l’unico uomo della delegazione, Anthony Watson, qualificato nello skeleton.

Saranno le Olimpiadi del bob al femminile: grazie a un crowfunding che le ha aiutate nell’impresa, si presentano in Corea dalla Nigeria Seun Adigun e Akuoma Omeoga nel bob e Simidele Adeagbo nello skeleton.

E sarà una giovanissima donna, 19 anni, l’unica rappresentante per il Kenya: Sabrina Simader gareggerà nello sci alpino.

In India lo sci sta spopolando dopo che la ventunenne Aanchal Takur ha vinto la prima medaglia nella disciplina alpina in una competizione internazionale a gennaio. Non potrà essere presente a Pyeongchang, perché non ha ancora raggiunto i requisiti necessari, ma saranno comunque due i rappresentanti di New Delhi pronti alla sfida olimpica: lo slittinista Shiva Keshavan, un uomo record perché è alla sua sesta Olimpiade (miglior piazzamento 28º posto a Nagano nel 1998) e il fondista Jagdish Singh.

Shannon-Obgnai Abeda, 21 anni, sarà il primo atleta dell’Eritrea a partecipare a un Olimpiade invernale. Si presenterà nelle discipline dello sci alpino. Figlio di rifugiati eritrei emigrati in Canada negli anni Ottanta, ha deciso dal 2011 di gareggiare sotto la bandiera della sua patria di origine.

Simon Breitfuss, austriaco di nascita, si è affiliato alla Bolivia dopo aver incontrato alcuni rappresentanti del Bolivian Skiing and Mountaineering Federation durante un viaggio in Sudamerica.

Nel 2015 ha ottenuto la cittadinanza, e il 7 febbraio sfilerà alla Cerimonia inaugurale con l’unico compagno di squadra, il fondista Timo Gronlund.

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