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Attenzione al Lione Il successo in Coppa ci darebbe sicurezza per il prossimo anno

Arriva vestito da calciatore in libera uscita, va in camerino e si ripresenta con la giacca d'ordinanza del manager. Anzi. «Direi proprietario». Gigi Buffon nuova formula non è molto diverso dal portiere di successo. Ci prova, si lancia, si butta. Ieri pomeriggio è spuntato nel centro di Milano, zona San Babila, per parlare di calcio ma anche di lenzuola e copriletti, federe, copripiumini, accappatoi presentati nel nuovo store Zucchi. Roba e affare suo.
SuperGigi è proprietario della Zucchi, brand di successo, tipico italian style. Ci tiene a sottolineare “proprietario”. «Qui ho investito parte del mio patrimonio per rilanciare un marchio italiano che ha fatto la storia. Credo sia importante anche per il settore imprenditoriale».
Poi, ovvio, investe sulla Juve e sulle sue parate. Ci riflette. «Da ottobre ad oggi è stata una delle migliori stagioni della carriera. Mi regala soddisfazione: quando hai 25 anni tutto sembra scontato, ma quando sono 36 tutti aspettano un cedimento, il crollo».
Mentre con la Juve sono alte le vele per lo scudetto?
«Ditelo voi, io non mi sento ancora sicuro con gli 8 punti di vantaggio».
Ma se state perfino inseguendo il record di punti...
«I punti interessano poco: per noi contano i tre scudetti consecutivi, coronare un sogno e chiudere tre anni memorabili».
Il giudice ha messo fuori gioco Destro. Meglio per voi?
«Se la Roma lo perde per 4 giornate mi dispiace. Vorrei vincere a prescindere dalle squalifiche. Mi piacerebbe non accadesse nulla, gli diano una giornata eppoi vada come vada. Lo dico perché è bello vedere la Roma come avversario: gioca buon calcio e con i suoi risultati rende più avvincente il campionato».
Cosa pensa della decisione del giudice?
«È un terreno scivoloso, non sono ferrato. Rischierei una topica. Credo che verranno fatte le cose corrette».
Eppure dietro la Roma c'è tutto un movimento di tifo che, magari, gufa la Juve....
«No, io capisco. La Roma è la novità, sta dimostrando di essere una squadra di enorme valore, un avversario temibile e pericoloso, con potenziale non del tutto espresso. Magari non quest'anno, perché noi abbiamo un buon vantaggio, ma nel futuro sarà da tener d'occhio. Non solo in Italia».
E il Napoli? Deludente?
«Ha cambiato molto: giocatori, allenatore, filosofia. Magari al primo anno manca un po' di tranquillità, ma conta appoggiare il progetto se è valido».
E che dire al tempestoso De Laurentiis?
«Non so, non gli vivo accanto. È una persona innamorata della propria squadra». Osservare gli ammiccamenti, please.
Invece la Juve deve badare anche alla Europa League. Domani c'è il Lione...
«Bisogna stare attenti, da prendere con le pinze: è una squadra matura, con esperienza europea decennale e il successo dell'andata è stato di misura. Non hai vinto 3-2 o 2-1, così gli altri ne devono fare due. Eppoi perché veniamo da un periodo di partite ravvicinate e con i soliti giocatori, visti gli infortuni».
A questo punto sarebbe uno smacco non arrivare in finale a Torino?
«Lo smacco sarebbe non vincere lo scudetto: per mille motivazioni. C'è tempo per pensare all'eventuale semifinale e finale europea. Speriamo di aver già assaporato in modo più deciso lo scudetto. Ripeto: non tutto è così scontato».
Ma l'Europa league ha una sua importanza?
«Certamente, il miglior viatico per avere feeling con le coppe è vincere qualcosa. Ci darebbe sicurezza per il prossimo anno».
Quest'anno il duo Tevez-Llorente vi ha dato una mano: lo dicono i numeri e i gol.
«Ci hanno permesso di migliorare un buon organico. Carlos in certi momenti ci ha trascinato: come personalità, voglia di vincere, rabbia agonistica. Ci ha dato una grande mano e Llorente ci ha messo i suoi gol».
Forse non ci saranno al mondiale...


«Ecco, mi sembra impensabile: hanno un valore immenso».

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