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Aurelio&Giggino, rissa da bar per il S. Paolo

Aurelio&Giggino, rissa da bar per il S. Paolo

NapoliDela contro Dema, sfida in mondovisione al «Processo del lunedi». Con il Presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis ancora una volta sopra le righe, con il suo linguaggio da bar dello sport, scagliato due sere fa contro il Sindaco, Luigi De Magistris. In mezzo ai due contendenti lo stadio San Paolo, che il produttore ai tempi di Pina Tommasielli assessore allo Sport (poi fatta fuori da Gigino) voleva in gestione a un euro.

Due sere fa lo scontro ha toccato i suoi livelli più bassi. «Il signor de Magistris prima di sparare cavolate sulla campagna acquisti del Napoli, faccia il manager invece di farci giocare in uno stadio pieno di problemi». Roba da osteria o giù di li. Disorientati i tifosi, indecisi se stare con l'ex sindaco sospeso o con il produttore cinematografico. Delusi dal primo, per lo stato di abbandono in cui versa la città (stadio compreso); delusi anche da Aurelio che, nei giorni della preparazione estiva della squadra aveva promesso senza mezzi termini il terzo scudetto mentre gli azzurri sono almeno per ora fuori dai giochi. E, per tanti napoletani troppo tolleranti, se le buche si possono sopportare, al titolo che fa sognare milioni di tifosi, non si può proprio rinunciare.

In quanto a promesse, anche Gigino non è secondo a nessuno. L'ex interista, fulminato sulla via del San Paolo alla fede azzurra, aveva inserito tra i punti fermi della sua amministrazione «un nuovo stadio per la città» da costruire prima di lasciare la poltrona di Palazzo San Giacomo.

Di lite in lite a maggio scadrà la convenzione concessa dal Comune al calcio Napoli per l'utilizzo dello stadio. Entro quella data AurEuro (come il presidente viene soprannominato dai suoi tanti detrattori per il suo presunto attaccamento al denaro) dovrà presentare uno studio di fattibilità per la riqualificazione del vecchio e malandato San Paolo. Ma, sarà cosi? Aurelio metterà mano alla tasca per rimettere a posto lo stadio che fu di Jeppson e Maradona, per poi trasformarlo in una macchina per fare soldi con boutique, un museo, ristoranti? Gigino dice di voler creare un azionariato popolare per un nuovo stadio mentre Aurelio si dice pronto ad andare a Caserta per dare un nuovo impianto ai tifosi azzurri. Tra una favola e l'altra raccontata ai napoletani, la guerra tra i due continua.

Il finale sembra già scritto: tutto resterà tale e quale.

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