Brasile 2014

Balo ci dà un taglio. Cerca di cambiare per essere fenomeno

L'Italia chiede a Mario meno istinto: fare i movimenti giusti per la squadra e aiutarla a risolvere meglio i problemi. Lui va dal parrucchiere e ci scherza su

Balo ci dà un taglio. Cerca di cambiare per essere fenomeno

nostro inviato a Rio de Janeiro
Dall'Italia un quintale di miele per Marchisio: miele vero, non coccole tifose. Poi c'è quello dei brasiliani: sfolgorare di sorrisi e pacche sulle spalle, la torcida ha fatto il tifo a Manaus e ha accolto l'Italia al ritorno, nel ritiro di Mangaratiba, come un cavaliere della buona ventura: simpatia per l'azzurro, vicinanza anche calcistica, la predilezione per Pirlo e Balotelli, un po' di tutto. SupeMario ci mette del suo. Dopo i gol, ha trovato la ricetta per non sbagliare. Roba da filosofo di seconda generazione. «Se non sei sicuro di segnare, i capelli devi tagliare», ha scritto con tanto di foto postata su face book mentre il rasoio del parrucchiere lo tosa. Fosse così facile, tutti dal coiffeur. La prima mondiale non è passata inosservata: l'interessato ci ha messo un gol, si è preso il trofeo del miglior giocatore in campo, ha ringraziato in inglese gli estimatori (sarà un caso l'inglese?) e pubblicando la foto dell'esultanza al gol, ha concluso: «Grazie a tutti quelli che mi supportano, credono in me e mi capiscono». La lista, nome per nome, sarebbe lunghissima. Ma fra i primi dovrebbero essere citati Prandelli e i compagni. Il cammino azzurro dipenderà dal concetto di squadra e dalla capacità di Balo di adeguarsi alle richieste del tecnico. Lontano da baci e abbracci, serpeggia quel certo dubbio, quell'insistere su alcuni concetti che Balotelli non riesce a far suoi. Non sempre sarà Inghilterra con una difesa farfallona. Costarica, per esempio, ha un portiere a cinque stelle e la retroguardia si regge su gente sostanziosa. Prandelli glielo ha detto con parole morbide: «Mario può fare di più. Ha mezzi eccezionali». Mourinho, con vista da Oltremanica, ha definito la partita dell'Italia «la più bella dei mondiali» ma è andato al cuore della questione: «Mario deve toccare più palloni».

Sale e pepe di questa Italia stanno proprio nella capacità di osare, nella possibilità di sfruttare le doti dei due cannonieri. Immobile non si fa dire: muoviti di più e meglio. Gli riesce naturale. Piovono ricette, le crepe difensive hanno spinto Moratti ad aprir bocca in difesa di Ranocchia. «Lo avrei visto meglio di Paletta». Il gioco del centrocampo ha convinto Pirlo, capitano in assenza di Buffon. «Sono stato capitano di una squadra coraggiosa, che voleva giocare e imporre il suo gioco». Ma poi qualcosa non torna. E così difficile giocare con questo clima umido e afoso che il sapor di squadra, il movimento di gruppo non deve sprecare niente. Prandelli e de Rossi si sono lamentati per l'inosservanza del time out. «Se non qui, dove?», hanno recitato chiedendo alla Fifa se scherza con il fuoco della calura. Ma, poi, passando ad argomenti puramente tecnici l'inquietudine gioca altrove. «Mario stai sereno, ma datti da fare» pare l'ultimo hashtag di successo. Sembra un ritornello. Prandelli che dice la sua con il tono soft. Daniele De Rossi che quasi canticchia, parlando con i giornalisti. «Ha segnato un gol da grande centravanti e deve convincersi: ha le qualità dei più grandi attaccanti ma non si muove come loro. Noi lo aiutiamo, l'allenatore lo aiuta, ma lui gioca molto d'istinto. Invece deve cercare i movimenti giusti, meno istinto e più idea del gioco di squadra: farebbe il triplo dei gol. Qualche volta non si muove nel modo giusto per poter sfruttare meglio il tiro ed è un peccato. La sua corsa, il colpo di testa sarebbero micidiali se riuscisse ad andare in profondità, se riuscisse ad allargarsi diventerebbe imprendibile perché non c'è difensore che possa reggere il suo strapotere fisico».

SuperMario non è un problema, ma potrebbe risolvere meglio i problemi. Qui sta il refrain di questa Italia. Balotelli gioca a pallone non a calcio, ma lo sanno tutti, soprattutto i compagni delle sue squadre di milizia. «Mario stai in partita», il ct glielo ha detto con una carezza. Ora ricomincia il difficile: segnato il gol, ne serve un altro con Costarica. Prandelli cambierà qualcosa per far tirare il fiato e non prosciugare le forze. Immobile è pronto e magari sa stare in partita, ma non può far coppia con Balotelli. Cassano ha sempre la faccia scura. L'alternanza al potere? Forse, ma ripartendo dalla visita al parrucchiere.

E Supermario è quello che ne ha sempre meno.

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