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Balotelli conquista l'America "Il più interessante al mondo"

Dopo Time va sulla copertina di Sports Illustrated, altra rivista cult. "Amico di papi e premier. Italiano e africano, è la nuova Europa"

Mario Balotelli sulla copertina di Sports Illustrated
Mario Balotelli sulla copertina di Sports Illustrated

Non si è mai visto nessuno giurare la verità, tutta quanta la verità, su una copia di Sports Illustrated, ma è indubbio che il settimanale americano resta una delle testate sportive mondiali più influenti e prestigiose: si è adattato ai tempi con un poderoso sito web e rappresenta sempre un luogo dove far riposare l'anima assetata di una buona scrittura, staccata dalla frenesia dello scoop a tutti i costi. Grazie alla potenza dell'editore, Time Warner, secondo al mondo dopo la Disney per giro di affari, “SI” è visibilissimo in tutte le edicole, grazie alla posizione di preminenza che ottiene, assieme a poche altre riviste, nei display vicini alle casse e in zone di maggior passaggio, anche in aeroporto: ed è anche così, oltre che per i contenuti, che ha saputo moderare le inevitabili perdite del mondo cartaceo dopo l'avvento del web.

Per questi motivi la scelta di dedicare a Mario Balotelli la copertina del nuovo numero è di immenso impatto: l'attaccante del Milan non è LeBron James o Peyton Manning o Alex Rodriguez, volti e nomi rapidamente identificabili per un motivo o per l'altro, ma è una figura che un numero crescente di persone conosce e riconosce, onore toccato solo a pochi calciatori prima di lui: Pelè, Maradona, Beckham e Chinaglia ai tempi del fenomeno Cosmos. Il che testimonia tra l'altro la rapida salita del calcio come sport popolare negli Stati Uniti, dove ormai a conoscere i campionati europei e latini non è solo l'americano di seconda generazione, il figlio di immigrati. E proprio Balotelli permette a SI di coniugare i due aspetti: la scelta di metterlo in copertina e dedicargli una lunga intervista, a firma di Grant Wahl, eccellente conoscitore di cose calcistiche, nasce dal suo ruolo di icona calcistica dal talento puro e icona popolare con un complesso sistema di riferimenti e influenze. È uno e multiplo, come sintetizzato efficacemente dalla copertina, che lo identifica con otto paragrafetti nei quali vengono mescolate a specchio considerazioni positive («amico di Papi e Primi Ministri», nello specifico Silvio Berlusconi) e negative («è sempre a un passo dall'espulsione»). È anche, come da scritta che sovrasta la foto, «l'uomo più interessante del mondo», frase che non è buttata lì a caso ma è da anni uno slogan di enorme successo creato per identificare il protagonista dello spot televisivo della birra Dos Equis. Calciatore, icona o uomo più interessante del mondo, Balotelli rappresenta insomma quella che Wahl chiama «Nuova Europa, ovvero l'incessante diffusione della diaspora di pelle nera in nazioni dove in precedenza non c'era stata che una minima influenza africana».

Balotelli dunque come atleta di rare doti, e uomo che racchiude in sé un ruolo che va oltre quello del calciatore: «Io però non amo molto parlare, neanche quando la gente parla male di me – dice nell'intervista – Mi chiedo come mai debbano dire quelle cose, ma io so come sono. Il mio obiettivo non è che la gente mi segua, ma se lo fanno io sono contento. E mi sorprende vedere quanto mi amino i bambini. Guardano a me come un esempio, e io ho una grande responsabilità». Nell'articolo c'è qualche lieve imprecisione, a dire il vero: non risulta infatti che dieci giorni fa in Vaticano sia stato il Papa a chiedere di incontrare Balotelli a parte, ma viceversa, e infastidisce un po' che nell'identificare Mario come miglior giovane attaccante del mondo venga usata la parola “fútbol” e non calcio, o soccer, più appropriata la prima – ben nota anche agli appassionati americani – trattandosi di un calciatore italiano, o la seconda, in una rivista di lingua inglese che pur se diffusa ovunque la deve continuare a utilizzare per creare una distinzione dal football americano.

«Sollevare la coppa del Mondo è più un obiettivo che un sogno» dice Balotelli, che a proposito del razzismo aggiunge un paragone curioso: «È come fumare. Se non vuoi smettere non ci riesci di sicuro, e non puoi eliminare il razzismo se la gente non vuole. Ma farò tutto quello che posso».

Concetti già ribaditi in precedenza, a inizio anno, quando Time, altra rivista del gruppo Time Warner, lo aveva nominato tra le 100 persone più influenti del pianeta.

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