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Balotelli la scommessa da finanza creativa

Il Milan ha concluso un'operazione che pareva impossibile per le sue casse, forse un'idea per i club italiani. Allegri potrebbe far esordire il giocatore già contro l'Udinese

Balotelli la scommessa da finanza creativa

Quella scritta campeggiante sul petto ora ha una risposta. Ricordate quando Balotelli, dopo aver sbloccato il derby di Manchester, mostrò polemicamente una maglia con scritto «Why always me?» («Perché sempre io?»)? Bene, ha risposto il Milan: perché nonostante la irrefernabile attività da rompiscatole e combina guai, Mario Balotelli resta un grande giocatore. Fino a prova contraria. O fino a totale disillusione per tutto il mondo del calcio. Mario Balotelli torna a Milano, sull'altra sponda: quella che ha sempre detto di preferire. Voglie da ragazzo tifoso o da tifoso ragazzo? Si vedrà. La lunga, tortuosa, e per certi versi misteriosa, trattativa tra il club di via Turati e il Manchester City si è chiusa con un accordo monstre a futura memoria. Indicata una strada per le dissanguate casse del nostro calcio. Una storia di finanza creativa. Il Milan versa agli inglesi venti milioni di euro, pagati in cinque rate annuali, più tre milioni di bonus. Super Mario guadagnerà quattro milioni netti a stagione più eventuali benefit: per lui contratto fino al 2017. Oggi visite mediche, poi la firma.
Balotelli torna in Italia dopo due anni e mezzo in Inghilterra con la maglia dei Citizens, il conto dice 76 presenze e 30 reti: con Roberto Mancini ha vinto una Coppa d'Inghilterra, una Community Shield e la Premier League lo scorso anno. Anno di grazia avvalorato dalla finale europea con l'Italia di Prandelli e dalla doppietta rifilata alla Germania nella semifinale di Varsavia. E sarà questo il Balotelli che servirà al Milan e che la squadra rossonera spera di essersi portata a Milano. Da Milano il cattivo ragazzo partì lasciando la maglia dell'Inter senza guardarsi indietro e con sei trofei nel pedigrèe, un pallone d'oro ad honorem per un ragazzo di venti anni. Difficile vincere quanto lui a quella età. In pratica gli manca solo la coppa Intercontinentale, nel resto ha già conquistato tutto. Forse troppo per avere fame. Sono gli altri che hanno fame di Balotelli più di quanto ne abbia lui di far carriera nel pallone. È il suo limite. Balotelli si è sempre sentito il nuovo Ronaldo, lo disse al presidente Moratti al primo ritiro estivo.
All'Inter è stato il terremoto dello spogliatoio, molto più contaminante di un Cassano. La permanenza al City non è stata priva di problemi e di situazioni che lo hanno «trascinato» sulle prime pagine dei tabloid inglesi. L'ultima qualche settimana fa. Entrata dura in allenamento su Sinclair, Roberto Mancini gli ordina di scusarsi col compagno ma SuperMario dice no e i due quasi arrivano alle mani. Dal suo arrivo al Manchester City nell'estate 2010, Balotelli ha fatto parlare di sé ogni giorno: si trattasse di calcio, o peggio di extracalcio. Dalle freccette tirate ai compagni ai pompieri arrivati nella casa di Mottram St. Andrew per colpa di un piccolo incendio scoppiato nel bagno al primo piano della villa e causato da un fuoco d'artificio.
Ma questo è Balotelli: prendere o lasciare. Il Milan ha concluso un'operazione che pareva impossibile per le sue casse. Allegri potrebbe far esordire il giocatore già contro l'Udinese. Ma il campione del mondo resta Mino Raiola, il procuratore che tutto fa e tutto disfa. Con tanto di finanza creativa. Il Milan è diventato il giardino dei suoi giochi magici: Robinho, Ibrahimovic, Balotelli. Ed ha dimostrato che la "Gioconda" vale solo 20 milioni di euro. Francamente poco. Sarebbe d'accordo anche Leonardo...

ovviamente da Vinci.

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