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La banda "bassotti" assalta il campionato

La soluzione è farsi il piccoletto, le prime cinque se ne sono procurati uno e stanno andando forte

La banda "bassotti" assalta il campionato

La soluzione è farsi il piccoletto, le prime cinque se ne sono procurati uno e stanno andando forte. Medel all'Inter è il portabandiera, Insigne sta tenendo su il Napoli, Dybala sta facendo quello che sta facendo alla Juventus, Florenzi segna da casa al Barcellona e la Fiorentina pensa sempre intensamente al suo Pepito Rossi. Se volete spettacolo a tutti i costi ecco la ricetta, loro mai banali, tutta gente attorno al metro e settanta, contro una media europea che sfiora l'1,82, eppure tutta gente che guarda gli altri dall'alto. Questo è stato il turno di Dybala e Insigne, il più piccoletto del gruppo. Una peste. Il ragazzo è salito a quota sette in classifica cannonieri dietro a Higuain, Eder e Kalinic, tre centravanti, ha sfornato il quarto assist vincente e domenica a Verona sembrava Bentegodi-Insigne. Il folletto di Frattamaggiore se li è caricati tutti sulle spalle, appena terminata la Marsigliese giù cori sul Napoli e lui: «Allora segnargli è stato ancora più bello». I veronesi ce l'hanno con Insigne da quando giocava nel Pescara, dicono, sempre pronto a provocare. Lui dice che lo fa per la sua città, corre con il dito alla bocca per zittire lo stadio dopo il gol e poi bacia la sua maglia. Dai, che scandalo è? Al Bernabeu standing ovation a Iniesta (1,70 cm), qui giochiamo un altro calcio. Lorenzo la prossima stagione farà uguale, suo fratello Antonio dice che ha carattere, è così di famiglia, non lo cambi. Prima di essere un calciatore del Napoli, è un tifoso del Napoli. Sente la partita, la pressione e la voglia di fare gol. Ci vuole poco per non andargli a genio. I tifosi gli hanno rimproverato la sua reazione a Palermo dopo la sostituzione. Lui più di tanto non si è scosso. Conte lo tiene fuori per il suo comportamento, e lui pensa sia peggio per il ct. Poi segna al Bentegodi e corre fra le braccia di Sarri che si commuove. Lorenzo è così e qualcuno a Napoli gli vorrebbe dare la maglia con il numero dieci, materia da Santa Inquisizione. Avere carattere non significa necessariamente avere un bel carattere. E Lorenzo lo sa, Conte ha detto che per far cose eccezionali non bastano giocatori eccezionali, occorrono anche uomini eccezionali. Non è chiaro se tenerlo in castigo faccia bene alla nazionale, Insigne è un giovane talento e non ce ne stanno circolando troppi.

Lui non si fa troppi problemi, ha carattere, e quando torna a casa mamma Patrizia gli fa: «Lorenzo, sei un grande».

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