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Bassino, prima impresa da sogno. Brignone seconda

Marta ipoteca il successo con una 1ª manche magica e poi controlla. Cede la regina Shiffrin

Bassino, prima impresa  da sogno. Brignone seconda

Marta la piemontese e Federica la valdostana trovano e ritrovano l'America, mentre Dominik Paris domina in Canada e centra il secondo posto nella prima discesa di stagione a Lake Louise a 2/100 dal vincitore Thomas Dressen e 26/100 meglio di Carlo Janka che aveva dominato le prove. Gli uomini oggi ci riprovano in superg (dirette Tv dalle 20.15). Intanto però la doppietta azzurra dal nuovo mondo di Killington è storica con Bassino che centra il primo sigillo di carriera, dopo aver dominato entrambe le manche e Brignone, settima a metà gara, poi seconda, a 26/100, col miglior tempo della run di ripresa, su una pista dove ha già vinto lo scorso anno.

Dopo l'avvio diesel sul ghiaccio di Soelden, l'iniezione di carburante ed entusiasmo è grande per le azzurre che si lasciano dietro tutte e anche la regina di casa, Mikaela Shiffrin a 29/100. Lei - tre gare, tre podi, ma una sola vittoria per ora in slalom (e in premio la renna di Levi, chiamata Ingo come Stenmark) - sorride. Perché anche in questo consiste l'onore, ammette di aver sofferto, come sempre e già in passato, i 20 mila tifosi di casa e il vento in una gara con partenza ribassata. Ora arrivano le gare veloci e lei saprà sciogliere le vele verso le vette della classifica.

Ma l'Italia c'è e ritrova le sue principesse: questa è la decima doppietta della storia della valanga rosa. E ognuna fa storia a sé. Gli ultimi super trionfi condivisi per le azzurre sono state addirittura triplette. C'è quella del 2018 in discesa a Bad Kleinechirchheim con Goggia-Brignone e Nadia Fanchini. In gigante invece la tripletta è sempre in terra d'America: sul podio di Aspen 2017 fra Brignone e Bassino era salita anche Sofia Goggia. Ieri la bergamasca, per due anni assente dalla top 15 delle porte larghe, ha messo in atto una grande rimonta fino all'11ª posizione, dopo aver preso il via con il pettorale 54.

Marta per le compagne è Dory, il pesciolino saggio e puntuto dei cartoni animati: nella vita reale di podi ne aveva già raccolti cinque in carriera, prima di questa attesissima vittoria che ripaga anche di qualche occasione sfumata. Da allora molte pagine sono state scritte: Brignone ha proseguito la sua corsa ai vertici del gigante e della polivalenza, Sofia ha centrato le olimpiadi in velocità. Dory, invece, sembrava rimasta indietro, imbrigliata in un grande talento, tutto stile e leggerezza ma tessuto con un filo di timidezza di troppo. Ieri la riscossa. Brignone è la prima ad abbracciarla: la piemontese è già in lacrime, si copre il volto, ma poi capisce. È da qui che si riparte, entrando di diritto nell'olimpo delle sette sorelle del gigante azzurro, alle spalle di nomi da leggenda come Deborah Compagnoni, la stessa Fede Brignone, Denise Karbon, Karen Putzer, Sabina Panzanini e Claudia Giordani. Questo è il posto giusto: serve crederci. Oggi c'è lo slalom, sarà un'altra storia (Tv 15.

45 e 19).

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