Giro d'Italia

Basso padrone, ma senza il ko E scopre il pericolo Hesjedal

Ivan detta il passo fino a Cortina, poi Rodriguez gli soffia la tappa. Il canadese è la sorpresa: resta con i big e ha la cronometro dalla sua

Basso padrone, ma senza il ko E scopre il pericolo Hesjedal

nostro inviato a Cortina

Si racconta che la partita perfet­ta debba finire zero a zero. Qualco­sa di simile deve valere anche per il ciclismo: dopo la tappona di Cor­tina, emozionante come un quat­tro a tre, ci si ritrova a fare i conti con quello che i cronisti diligenti chiamerebbero nulla di fatto. O ri­sultato in bianco. O risultato a oc­chiali, che secondo me resta il più geniale.

Dopo quattro passi, affrontati tutti ad alta andatura per il lavoro continuo e massacrante della Li­quigas di Basso, si guarda la classi­fica e si scopre che niente è cambia­to. L'unico game-over riguarda l'Astana, con il presunto fenome­no Kreuziger a distanze umilianti e il valoroso Tiralongo comunque lontano. Il resto, immutato.

Più della classifica, parla però la corsa. Molto di più. Rimettendo in ordine le varie questioni, abbia­mo questo referto finale.

Prima questione: Basso. Nel round inaugurale d'alta monta­gna si fa trovare prontissimo. Cor­re nell'unico modo che gli è conge­niale, cioè puntando sulla resisten­za: squadra (voto 9) davanti a stri­nare gli avversari, poi lui a provare la rifinitura. Stavolta il finale è una lunga picchiata giù dal Giau, per cui non ci può essere il colpo del ko. Due però le liete novità: una grande discesa su Cortina- lui che è notoriamente piuttosto imbra­nato- e soprattutto una bella vola­ta finale, segno comunque di fre­schezza, tanto che lo batte solo un superfinisseur come Rodriguez. Giornata da voto 8 .

Seconda questione: Rodri­guez. La maglia rosa tiene piutto­sto bene, senza l'aiuto di una squa­dra vera, poi va a sfruttare l'occa­sione buona della volata per vince­re la seconda tappa. Batte Basso e subito gli chiede scusa: «Ci tenevo troppo, oggi è l'anniversario della morte di Tondo Volpini, il mio ami­co morto schiacciato dalla porta del garage. Però a Basso ho detto che è andato molto forte. Io ho sof­ferto. Se fa così anche domani e sa­bato, a Pampeago e allo Stelvio, sa­rà dura resistere ». A occhio e croce fa un po' la gattamorta. Diffidare della recita. Intanto, voto 9.

Terza questione: Scarponi. Sa­rebbe la sua tappa, perché i diciot­to chilometri di discesa su Cortina sono terreno perfetto per un suo at­tacco. Ma a un chilometro dallo scollinamento, sotto il forcing di Pozzovivo ( voto 8 ), frana per crampi («Ho bevuto poco»). E' bra­vissimo a salvare la situazione con un grande recupero, ma la giorna­ta non svolta: resta inesorabilmen­te un'occasione persa. Il voto è 5.

Quarta questione, la più allar­mante: Hesjedal. Questo canade­se è la vera notizia di giornata. Già in rosa due volte, sempre di saba­to, tiene benissimo anche sulla grande salita. Addirittura, sul Giau, è l'unico a provare un attac­co in alternativa a Basso. Nel borsi­no rosa le sue quotazioni sono pau­rosamente da Toro. Dalla sua, la cronometro di domenica a Mila­no: trenta chilometri, per uno spe­cialista del suo calibro, sono un conto in banca. Se non se ne disfa­no prima, li disfa lui. A Cortina vo­to 9.

Questo è quanto, dopo una vera giornata di Giro. Gli ultraschizzi­nosi stan­no già dicendo che nessu­no dimostra di elevarsi sopra gli al­tri, che questa incertezza può esse­re anche livellamento in basso, ma mi sembra esagerato: quando i creativi del Giro offrono terreno fertile, la corsa cresce e i campioni lentamente sbocciano. Domani e sabato il terreno sarà fertilissimo, con Pampeago e Mortirolo-Stel­vio: non potranno tirarsi indietro. Basso: «Li lavorerò ai fianchi come a Cortina, sperando che prima o poi vadano giù». Rodriguez: «Biso­gna attaccare Hesjedal, altrimenti il vincitore è lui». Ed Hesjedal, per dire con quanta paura li affronta: «A Cortina ho capito una cosa: i grandi non sono più forti di me…». La sensazione è che l'abbiano intu­ito anche i grandi.

Adesso che l'hanno capita, vediamo che fan­no.

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