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Battesimo Allegri: "Tifosi aiutateci"

Max non ci sta: "Sugli infortuni un castello senza senso". E su Pogba: "Tra i primi tre centrocampisti del mondo"

Battesimo Allegri: "Tifosi aiutateci"

Entrare nella propria nuova casa il giorno 13: esperienza che Max Allegri vivrà stasera. Avversario l'Udinese di Stramaccioni, uno contro cui non ha mai vinto. In uno Stadium che finora ha visto come allenatore della Juventus soltanto Antonio Conte. Fortino quasi inespugnabile per tre anni: 57 vittorie, 16 pareggi e tre sconfitte, una della quali proprio per mano dell'attuale allenatore dei friulani. Un posto dove la scorsa stagione tutte le avversarie non hanno raccolto nulla: semplicemente e paurosamente, la Signora ha sempre vinto. Serve altro? Eccolo: dentro lo Stadium, da tecnico del Milan, Allegri è stato battuto tre volte in campionato (2-0, 1-0, 3-2) e una in Coppa Italia (2-1), con tanto di eliminazione. «Sarà una serata diversa dalle altre - ha ammesso ieri -. Credo e spero che il pubblico ci darà una mano». A giudicare dall'accoglienza ricevuta a Villar Perosa, non dovrebbero esserci rischi di un'accoglienza ostile: si sa però che a casa Agnelli si recano le famiglie, mentre gli ultras amano lo stadio in quanto tale. Il rischio di qualche malumore nei confronti del tecnico livornese insomma persiste, pur se due mesi dopo l'addio di Conte anche gli animi più caldi dovrebbero avere trovato pace.

Comunque sia, la Juventus dovrà fare la Juventus e magari già rispondere alla Roma, impegnata nel pomeriggio a Empoli: «La lotta per il titolo non sarà un duello tra noi e i giallorossi - ha ribadito Allegri -. Lo scudetto se lo contenderanno un gruppo di squadre. E sarà tutto più difficile dell'anno passato». Anche per questo, dopo il successo contro il Chievo, bisogna insistere nel buon cammino. Recuperando per la panchina Barzagli e Morata, convincendo magari Tevez a rimanere seduto pure lui «perché martedì ci aspetta l'esordio in Champions contro il Malmoe. Il problema muscolare non c'è più, però dovremo fare le giuste valutazioni». E non prestare il fianco a critiche precostituite: «Sugli infortuni si è costruito un castello senza senso. L'unico che è ancora davvero ko è Marrone: Vidal e Barzagli si sono portati dietro problemi risalenti alla passata stagione, Morata ha subìto un infortunio traumatico, Pirlo sta per rientrare, Chiellini era squalificato e da oggi (ieri, ndr ) lavora con il gruppo, Tevez ha sentito un fastidio ma la cosa è finita lì. Abbiamo una rosa competitiva per ovviare a qualche defezione».

Questa è la Juve, baby. E al Milan non deve essere stato tanto diverso. Dopo di che, smorzare i toni ed evitare polemiche («non abbiamo avuto e non abbiamo alcun problema con la nazionale italiana e quella cilena: se però un giocatore è infortunato, è giusto che torni a Torino perché io lo devo preparare per il bene della Juve») è nel dna di Allegri, in questo certamente diverso da Conte. Sul resto, si vedrà. Oggi comunque si insiste sul 3-5-2, con Llorente all'esordio dal primo minuto e probabilmente Coman al posto di Tevez: Evra prenderà il posto di Asamoah, Pereyra quello di Vidal e Pogba si terrà stretto il trono. «Ha tutto per diventare uno dei tre centrocampisti al mondo.

Già così, non ci è lontano».

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