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La bella favola di Pisacane: dalla paralisi all'esordio in Serie A

Pisacane, dopo una paralisi e tanta gavetta ha fatto finalmente il suo esordio, meritato, in Serie A con la maglia del Cagliari

La bella favola di Pisacane: dalla paralisi all'esordio in Serie A

Fabio Pisacane è un calciatore di 30 anni in forza al Cagliari e ieri contro l'Atalanta di Gasperini ha esordito in Serie A. Il difensore napoletano coltivava questo sogno fin da quando era bambino e Rastelli gli ha concesso questa chance importante che l'ex Ternana si è guadagnato con il lavoro sul campo. La vita di Pisacane, però, non è stata affatto facile e bisogna riavvolgere il nastro tornando indietro nel tempo: nel 2000, all'età di 14 anni, arriva la chiamata molto importante da parte del Genoa che nota il suo talento e lo porta nel suo settore giovanile. Pisacane è felice per questa grande opportunità ma un giorno gli viene diagnosticata la sindrome di Guillain-Barré. Ecco le sue parole ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com: "Mi fu chiara la gravità della situazione solo quando mi ritrovai in un letto di ospedale. La diagnosi fu terribile: sindrome di Guillain-Barré. Dalla speranza di realizzare il sogno che avevo fin da bambino mi trovai ad affrontare la partita più difficile. In quel momento non pensavo al fatto che forse non avrei più giocato a calcio. Tutti i miei sforzi, le mie speranze erano indirizzate a combattere per un bene più prezioso, la vita".

Dopo il match contro l'Atalanta, Pisacane non ce l'ha fatta a trattenere le lacrime per l'emozione ed è scoppiato in un pianto liberatorio: "Sono quattro mesi che pensavo notte e giorno a questo momento e ai problemi che ho passato per arrivarci. Non ho mai mollato un secondo. Scusate, non ce la faccio. Nell'ultima settimana cercavo di non pensare, ma durante la notte la testa mi portava indietro nel tempo di 10-11 anni. Scene un po' particolari. Un carico di emozioni che per fortuna sono riuscito a gestire. Era una partita che sognavo da tempo, ho mangiato tanta polvere, ma ce l'ho fatta. Adesso l'importante è mantenere i piedi per terra anche a trent'anni e continuare a lavorare come ho fatto fino ad oggi. Se poi aggiungiamo che abbiamo vinto, non potevo chiedere veramente di più. Ringrazio tutti, a partire dai miei genitori, fino a mia moglie che mi sopporta tutti i giorni e mio figlio che mi dà una grandissima forza.

E non mi scordo di Massimo Rastelli, un grande uomo, uno di quelli che mantengono le promesse".

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