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Bernardeschi, Insigne e Verratti stregano l'Europa

Magie e giocate da campioni con i propri club. Ventura è avvisato: il futuro azzurro è loro

Marcello Di Dio

Età media: 24 anni. Segni particolari: talento. Nella tre giorni europea hanno brillato alcuni gioielli del nostro calcio, alla ricerca della definitiva consacrazione anche in azzurro. Intanto il ct Ventura, che oggi convocherà un gruppo di giovani emergenti da testare a inizio settimana nello stage di Coverciano, si frega le mani. Marco Verratti, Lorenzo Insigne e Federico Bernardeschi hanno incantato con le loro giocate spettacolari: il centrocampista di Manoppello ha «umiliato» i fenomeni del Barcellona tra la quasi perfezione nei passaggi completati e il numero elevato di palloni gestiti (59); quello di Napoli ha offerto una perla all'esigente ma sportivo pubblico del Bernabeu, per di più da unico calciatore italiano in campo; l'attaccante di Carrara ha calciato una punizione alla Messi abbattendo il Borussia e festeggiando al meglio i suoi 23 anni.

«Vedrete, l'Italia dei prossimi anni ha un futuro molto più roseo di quanto possiate immaginare adesso», era stato il messaggio del nostro ct. Ora i tre, titolari inamovibili delle loro squadre, chiedono più spazio anche in azzurro. Curioso il rapporto di Verratti con la Nazionale: entrato nel giro con Prandelli selezionatore dopo Euro 2012, ha collezionato 19 presenze, molte delle quali non per 90 minuti. Giovane età, eccessiva ridondanza nel palleggio (non gradita da Conte) e pubalgia hanno fatto il resto. Ora, infortuni permettendo, la centralità di Verratti nell'Italia non sembra più procrastinabile, anche se per ora Ventura gli ha concesso solo 24' con la Francia nelle sfide con le big. E se al Psg lo adorano, in Italia invece si fa ancora fatica a considerarlo il miglior talento della nuova generazione.

Anche Insigne è entrato con Prandelli nella rosa della Nazionale ma ha pagato il carattere spigoloso nel rapporto con Conte, che lo ha però recuperato nel 2016. I gol con Argentina e Spagna in amichevole sono un buon biglietto da visita come il suo destro a giro. Bernardeschi è sbarcato nell'Italia dei grandi da nemmeno un anno e alla prima da titolare con la Germania steccò clamorosamente. Oggi è un calciatore più maturo, che ha estro, corsa e sta trovando la continuità anche in termini di gol. Una personalità trascinante finora non mostrata in azzurro. Probabilmente è il destino dei giocatori di talento, quello di essere sempre al centro della discussione.

La loro risposta è sempre quella del campo.

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