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Bernardeschi alla Signora. Ma Baggio era un'altra storia

Colpo Juve per 40 milioni e il 10% sulla futura vendita. Dopo il "divin codino" con gli affari tornano le tensioni

Bernardeschi alla Signora. Ma Baggio era un'altra storia

Moena (Trento) - Bernardeschi ha coronato il suo sogno, la Fiorentina ha incassato 40 milioni di euro (più di 2 di bonus e un 10 per cento sulla eventuale futura cessione del giocatore), la Juventus si è portata a casa un altro giovane talento italiano. Tutti soddisfatti, insomma, tifosi viola a parte. Storditi da un mercato in uscita a prova di sistema nervoso. La rabbia monta come panna. Senza dimenticare che Bernardeschi dopo 10 anni di settore giovanile e 3 anni in prima squadra, è il nuovo traditore: striscioni e social non gli fanno sconti.

Nella storia recente la Juve aveva già pescato in Arno: Felipe Melo nel 2009 per 25 milioni (costo della clausola) e nel 2015, invece, Neto si era accasato a Torino a zero euro, un bello smacco per la Fiorentina. Mentre nella storia assoluta il riferimento è Roberto Baggio. Con Federico in comune c'è la strada (da Firenze a Torino), il numero di maglia e un animale. Il coniglio. Gianni Agnelli un giorno definì Roby «coniglio bagnato», mentre ieri i tifosi viola si sono limitati a un «coniglio» per salutare Bernardeschi.

Finite qui le cose che li avvicinano. Perché è dura fare un paragone tra il vecchio conio, il divin codino costò 25 miliardi di lire all'Avvocato Agnelli, e gli euro di oggi: Bernardeschi valutato oltre 40. In linea teorica il ragazzo di Carrara dovrebbe essere l'acquisto viola più pagato dai bianconeri. Ma se oggi Baggio fosse in campo quanto costerebbe? Certamente più del suo giovane collega. Sul piano tecnico sono imparagonabili: Roberto era un fuoriclasse, Federico un calciatore forte con margini di miglioramento interessamenti. La poesia di Baggio appartiene all'oligarchia delle eccellenze. I due sono imparagonabili anche nelle modalità del distacco. Roberto non voleva andare alla Juve, troppo legato alla città e ai suoi amici fiorentini. Era arrivato da Vicenza con le stampelle. Firenze divenne la sua tana, protetto da tutto e da tutti. Il luogo ideale per sprigionare il suo talento infinito. Fece di tutto per non andare a Torino, ma alla fine gli affari ebbero la meglio. Ci fu una rivolta di popolo contro la proprietà Pontello: cariche della polizia, barricate, lacrimogeni, un triste bollettino di guerra, con 80 fermi e 9 arresti. Il caos scoppiò il 18 maggio, per 48 ore furono disordini. Baggio tornò al Franchi con la maglia della Juve il 6 aprile '91 ed era ancora innamorato dei viola. Tanto da rifiutare di calciare il rigore. Tirò De Agostini, Mareggini parò. Fuser, poi, dette la vittoria alla Fiorentina, ma prima del 90' Baggio fu sostituito da Maifredi. Dalla tribuna volò una sciarpa viola, lui la raccolse e lo stadio esplose. La Fiesole lo salutò come un eroe, Baggio rispose in lacrime.

Bernardeschi, invece, in una intervista a La Gazzetta pochi giorni fa ha detto: «A chi non piacerebbe andare alla Juve». A Firenze gli hanno risposto di chiederlo ad Antognoni che per due volte in carriera disse no, grazie all'Avvocato. I Pontello dopo i moti di Firenze cedettero la Fiorentina a Mario Cecchi Gori. I Della Valle sono pronti a farlo mentre un altro numero 10 viola è in viaggio verso Torino.

Baggio e Bernardeschi declinazioni diverse di un calcio che in 27 anni ha cambiato pelle.

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