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Bilbao in Champions, il trionfo dei veri no global

La squadra fatta di soli baschi quarta nella Liga tra le superpotenze

Bilbao in Champions, il trionfo dei veri no global

Il boom dell'Atletico Madrid? La resurrezione del Liverpool? I cento punti della Juve? Il Bayern campione di Germania con 7 turni di anticipo? Il derby di Madrid in finale di Champions? Il poker del Real all'Allianz Arena? Quisquilie. In questa stagione c'è un solo miracolo calcistico da ricordare. Un risultato che deve far riflettere molti: il quarto posto dell'Athletic Bilbao nella Liga con conseguente accesso ai preliminari di Champions. Un verdetto banale, all'apparenza, ma da inquadrare nell'unicità del club basco che diventa ancor più sorprendente nell'esasperata globalizzazione del calcio.

Cos'ha fatto di strano l'Athletic? Semplice: ha centrato questo risultato, alle spalle di tre superpotenze come Atletico, Barcellona e Real e davanti al Siviglia finalista di Europa league, con una squadra tutta fatta in casa. Già, perché per giocare nell'Athletic, in piena epoca globalizzata, devi essere semplicemente basco, nato cioè in una delle tre province di Biscaglia, Àlava o Guipuzcoa, ovvero tra Bilbao, Vitoria e San Sebastian. Nessuno straniero è ammesso, con l'eccezione dei baschi francesi, tanto che in tutta la storia del club hanno goduto di questo privilegio solo Bixente Lizarazu, terzino campione del mondo con la Francia di Zidane, e attualmente Aymeric Laporte, difensore centrale di cui si dice un gran bene, 20 anni, nazionale francese under 21. Lui è di Agen, nell'Iparralde, ovvero i Paesi Baschi francesi, e come tale è ammesso nel club. Per gli altri stranieri le porte sono chiuse. E da quelle parti straniero vuol dire anche spagnolo, perché se uno è catalano, castigliano o andaluso non è basco e dunque non è eleggibile.

Storie e idee strane, di un club che è l'espressione di un popolo estremamente orgoglioso, di gente che sembra fuori dal tempo, eppure nel 2010 un referendum tra i tifosi per cambiare questo spietato regolamento raccolse un 94 per cento di no. Così sembrava inevitabile un lento declino di questa squadra, travolta dalla lotta impari con chi poteva scegliere giocatori in tutto il mondo: nel Barcellona, che pure ha una cantera straordinaria, gli stranieri sono il 36%, nel Real il 48%, nell'Atletico il 54%, nel Siviglia il 56%. Per non fare il confronto con certi club italiani... Invece a Bilbao si può pescare in un bacino di poco più di 2 milioni di abitanti. È come se l'Inter o il Milan reclutassero solo in Lombardia o se la Juve schierasse solo piemontesi: chissà dove finirebbero. Invece l'Athletic non solo resiste ma addirittura migliora, nonostante le cessioni di pezzi da novanta come Llorente e Javi Martinez. Con Bielsa in panchina prima e con Valverde adesso è tornato tra i big. Con i gol di Aduriz è tornato in Champions dopo 14 anni. E domenica grande festa al nuovo San Mames contro la Real Sociedad.

Nel derby basco, ovviamente.

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