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Blandamura, trent'anni dopo un italiano zen per la corona

Blandamura, trent'anni dopo un italiano zen per la corona

Rispunta dalla notte dei tempi l'idea di una boxe italiana che vada a cercare gloria nelle categorie che contano. Parlare di mondiale dei pesi medi, per una sigla storicamente tradizionale (Wba), è un evento ed un avvenimento. Senza nulla togliere a Giovanni De Carolis, che è stato re nei supermedi. Ci proverà Emanuele Blandamura, che non è più un giovincello, 38 anni. Da venti anni sale sul ring, ha un corpo super tatuato, sul petto porta il grido di battaglia di Cavallo pazzo: «Hoka Hey», è l'ora. Appunto è l'ora di tirar pugni e non sbagliarne uno. L'avversario, ovvero il campione, Ryota Murata è un giapponese non giovanissimo, 32 anni, che non ha un record da far paura (13 vittorie e 1 sconfitta), ma ama vincere per ko (10). E il fiore all'occhiello resta ancora l'oro conquistato alle Olimpiadi di Londra, appunto fra i medi.

Combattimento previsto domani in Giappone, nella Yokohama Arena di Tokyo, davanti a 17mila spettatori ad orario da diretta su Fox sport (12,45 italiane, canale 204). Si prevede vita difficile a prescindere: l'ultimo match di Murata è stato seguito da 30 milioni di telespettatori. Difficile farsi sfuggire una gallinella d'oro. Blandamura potrà almeno contare su una borsa ricca. E vincere significherebbe smantellare una pessima tradizione che ha accompagnato i mondiali italiani in Giappone: mai un successo. Eppure ci ha provato gente di valore: Lopopolo (welters jr.), Bossi, Tiberia e Bertini negli anni '70 (tutti medi jr.), Maludrottu (gallo) nel 2008 e, ultimo, Denis Boschiero nel 2012 (superpiuma). Non incoraggiante. Blandamura ha record da buon mestierante, due volte sconfitto (per ko) in 29 match. Il suo nomignolo, Sioux, è la rendita di tante letture sugli indiani. Ora si è dato al buddismo, stavolta applicherà l'arte zen. Meglio, però, non esagerare.

I nostri campioni mondiali dei medi sono stati Benvenuti (nel '67), Antuofermo (nel '79) e Kalambay (nell'87): tutti più pugili e meno zen.

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