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Blengini, dall'argento allo scudetto

Da ct la medaglia a Rio, da tecnico consegna il quarto titolo a Civitanova

Blengini, dall'argento allo scudetto

Il quarto scudetto di Civitanova non è arrivato ieri sera, 3-1: 28-26, 25-20, 18-25 e 25-14, ma virtualmente già giovedì, con quel 31-33 del primo set a Trento, che non perdeva in casa da oltre un anno. Con il 24-26 del terzo, con il 21-24 del quarto, vanificato dalla rimonta trentina. Il tiebreak con doppiaggio della squadra di Lorenzetti è significativo del potenziale marchigiano, espresso anche ieri, con 23 punti di Sokolov e 20 di Juantorena.

Dietro tutto questo, c'è il carisma di Gianlorenzo Blengini, l'ex vice di Mauro Berruto talmente bravo da migliorare in argento il suo bronzo olimpico di Londra, di qualificarsi al primo tentativo per Rio, grazie al secondo posto di coppa del mondo, mentre Berruto aveva fatto meglio del bronzo europeo. Nel 2009, dopo un lustro da vice di Velasco, Chicco si mette in proprio: due stagioni a Santa Croce sull'Arno, tre a Vibo Valentia, con due storiche qualificazioni ai playoff. Passa a Latina e da dicembre 2014 torna vice di Berruto, in nazionale, dopo l'avvio nel 2000, a Torino, entrambi tifosissimi del Toro. Chicco, infatti, sabato ha preparato la festa a Trento guardando il derby evaporato nel recupero.

Nel maggio di due anni fa arriva a Treia, evoluzione di Macerata, al posto di Giuliani, e la sua carriera svolta a luglio, quando Berruto è accantonato dal presidente federale Magri e indotto alle dimissioni. Ci fosse stato il vice Bruno Cattaneo, magari Berruto sarebbe stato ct, forte dei 7 podi, ma Blengini ha saputo far tesoro del lavoro e anzi migliorare, solo in World league è rimasto giù dal podio, tuttavia il torneo era interlocutorio, di preparazione olimpica. «E adesso - ci confessava Ivan Zaytsev - aspettiamoci stagioni di calo, della nazionale, per ritornare fortissimi verso Tokyo 2020».

Chicco lo sa e concede un'estate di riposo anche a Osmany Juantorena, perché il cubano a 32 anni è logoro e patisce gli impegni ravvicinati. Si spiega anche così l'uscita in semifinale di Civitanova in Champions, perché Perugia resta inferiore, ma aveva saltato un turno di qualificazione alle finali, in quanto organizzatrice. I neri hanno il miglior palleggiatore della serie A, l'hawaiano Micah Christenson, superiore persino a Giannelli, maestri di primi tempi, e il miglior libero, il francese Grebennikov. Il bulgaro Sokolov è un opposto vecchia maniera, come il serbo Milikovic, eroe di altri trofei maceratesi. Lo schiacciatore Kovar torna a buoni livelli e in nazionale, già assaporata con Berruto, il centrale serbo Stankovic è accompagnato dal padovano Davide Candellaro, 28enne all'8ª squadra, partendo dall'A2. Il tedesco Kaliberda resta in panchina, Pesaresi è un buon cambio, come il trevigiano Cester e lo sloveno Cebulj per i centrali. Il ciclo proseguirà, sempre contrastato da Perugia e Modena, Trento è alla 3ª finale stagionale persa.

Lorenzetti fa fin troppo.

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