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Bosch va in soccorso dei motori diesel Gli NOx ora al lumicino

Luca Talotta

Mai come in questo momento il settore dell'automotive richiede impegno, dedizione e capacità di comprendere i bisogni delle persone e del settore. Pensando, però, anche al domani, aprendo nuove strade nei settori della mobilità e della protezione ambientale. Il percorso tracciato da Bosch arriva in un periodo dove, nonostante la difficile congiuntura economica, l'azienda punta a un'ulteriore crescita. «Il nostro gruppo non ha eguali quando si tratta di coniugare connettività, industrializzazione e conoscenza del prodotto»; le parole del ceo di Bosch, Volkmar Denner, arrivano da Renningen, dove si è tenuta la conferenza stampa annuale dell'azienda. Ed è proprio dalla cittadina tedesca che Bosch rilancia la sua corsa: «Desideriamo promuovere la mobilità delle persone e migliorare la qualità dell'aria».

Per una volta, dunque, si parla più delle persone che di meri numeri da bilancio. Che sono prioritari, certamente, ma che rappresentano solo una diretta conseguenza di una politica aziendale chiara e precisa: «Il nostro motto Tecnologia per la vita ci spinge a sviluppare le migliori tecnologie possibili per la protezione dell'ambiente», ha aggiunto Denner.

L'obiettivo è provare ad azzerare le emissioni dei veicoli, con un conseguente impegno economico da parte dell'azienda su elettromobilità e miglioramento del motore a combustione.

Ma questo non andrà a discapito del diesel: l'idea è trovare un'ottimizzazione di consumi e inquinamento, affinché lo stesso possa rimanere una valida alternativa nel mercato: «C'è un futuro per il diesel - ha affermato ancora il ceo di Bosch -: resterà parte integrante delle soluzioni per la mobilità di domani. A confermarlo sono i risultati mostrati dall'azienda: i tecnici tedeschi sono riusciti ad abbassare le emissioni NOx fino a un decimo del limite previsto dalla legge.

E poi l'elettromobilità, dove Bosch punta senza mezze misure alla leadership di mercato. Già nel 2017 l'azienda si è aggiudicata 20 contratti per la produzione di sistemi di propulsione elettrica, per un valore di 4 miliardi. E ha già avviato collaborazioni con la startup statunitense Nikola Motor Company e con la società cinese Weichai Power, principale produttore mondiale di motori per veicoli commerciali. Il motivo è semplice: l'azienda prevede che il mercato di massa dei veicoli elettrici si affermerà rapidamente a partire dal 2020 e non vuole essere in ritardo all'appuntamento.

Non manca l'impegno nello sviluppo di ecosistemi digitali capaci di fondere soluzioni di produzione, sicurezza e mobilità (a oggi Bosch ha implementato già 170 progetti IoT in-house) e nella guida autonoma e connessa (con l'ingresso dell'azienda nel business del ride sharing attraverso l'acquisizione della startup americana Splitting Fares).

Investimenti che non hanno fermato la cavalcata di Bosch, con risultati economici positivi in Europa (+6,6%), Asia, Africa (+13,5%) e Sud America (+16,4%); tanto che l'azienda ha in programma un ulteriore ampliamento di un organico che registra già oltre 400mila collaboratori in tutto il mondo.

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