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Lewis & Nico, tutto facile. Raikkonen butta il podio

Rossa per la prima volta quest'anno fuori dai tre Errore di Kimi. Arrivabene: "Ha gettato il 3° posto"

Lewis & Nico, tutto facile. Raikkonen butta il podio

Quarta vittoria di Lewis in Canada e quarta doppietta über alles della stagione, ma über alles un po' soletti lassù sul podio. Per la prima volta quest'anno la Rossa non è lì a far loro compagnia con un terzo posto, un secondo, persino con una vittoria. Colpa più che della bella Rossa, di un finto algido in rosso: Kimi Raikkonen. Ma onore al vincitore e ai vincitori e onore a Toto Wolff che sul podio centra un personalissimo triplete: Hamilton e Rosberg li gestisce lui come capo Mercedes, Bottas lo gestisce come manager personale.

Detto di questi tre, dietro loro ma molto dietro, ci sono i due della Ferrari. Uno, l'algido che algido non è, quasi quasi faceva fotocopia perfetta dello scorso anno. Ha solo sbagliato giro. Nel 2014 si era girato al tornantino al 41, stavolta gli è successo al 28. Con l'aggravante però di rovinare le gomme in un eccesso tamarro di ripartire e di rischiare la vita sua e del pilota che l'ha sfiorato mentre faceva cerchi nella nube polimerica. «Bah», dirà, «è successo qualcosa di strano, come l'anno scorso, la macchina mi è scappata via e non ho ottenuto quanto voleva il team...». Podio gettato e per Kimi appuntamento al prossimo anno per un possibile tris dell'errore al tornantino. Ma con ogni probabilità su altra macchina. Almeno a giudicare dalle parole dure e schiette di team principal Arrivabene: «Raccontarvi le mie sensazioni? Se lo facessi, dovrei dire delle parolacce. Abbiamo buttato via un podio, questa è la verità. Invece Seb ha fatto una grandissima gara... Comunque c'è da lavorare. Ed è vero che i podi sono noiosi, ma quando scendi non è bello. Con gli aggiornamenti mi aspettavo di tenere la posizione e possibilmente di andare avanti. Invece siamo tornati indietro. Niente scuse»

Bocciato Raikkonen, promosso Seb. Ma non perché il tedesco sia l'ufficiosa prima guida - guai a dirlo ufficialmente, non esistono prime guide in Ferrari come negli altri big team, suvvia - o perché il suo stipendio da 28 milioni di euro sia un motivo discretamente valido per considerarlo tale. Molto più semplicemente perché anche ieri ci ha messo l'anima. Prima nel combattere la sfiga scesa in pista agguerrita in quel di Montreal. Non a caso il tedeschino a fine gara è parso provato e non proprio solare, ma statene certi che intimamente era sollevato che fosse finita la trasferta canadese. Perché quando è troppo è troppo: la centralina impazzita nel primo giro del Q1 che l'aveva parcheggiato subito ai box; poi i cinque posti di penalizzazione per un sorpasso con bandiere rosse durante le libere; quindi la gara a superare gente come una biglia in un flipper e due soste e una gomma che non s'avvitava. Fatto sta, stoico. Dirà: «Rimpianti? È tardi per averli. Basta che non si ripeta. Non so se il distacco dalle Mercedes sia aumentato, ero troppo lontano per vederle, ma il mio passo gara era molto buono. Non è bello per Marchionne venire qui e non dargli un podio... Kimi? Ho sentito che si è girato. È un peccato se questo gli è costato il podio, il passo per ottenerlo ce l'avevamo». Più o meno lo scarica anche lui.

Tempi duri per il finnico.

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