Brembo più forte in Cina con le pinze freno 4.0
10 Aprile 2019 - 06:00Inaugurato l'impianto più moderno del gruppo Il presidente: «Guardiamo alla mobilità futura»
Pierluigi Bonora
Nanchino «Sempre impegnati per la tecnologia, innovando per il futuro» è lo slogan che accompagna la posa di una nuova bandierina di Brembo nell'immensa Cina. A un'ora di macchina da Nanchino, nello Jiangsu (Cina Orientale), i tradizionali colori bianco e rosso che caratterizzano il nuovo polo produttivo dell'azienda bergamasca vivacizzano il paesaggio. Alberto Bombassei, presidente di Brembo, fa gli onori di casa: «Siamo determinati a portare avanti lo straordinario percorso di sviluppo avviato quasi 20 anni fa in questo Paese, che si è rapidamente concretizzato come il nostro terzo mercato alle spalle di Europa e America. E che prevediamo diventerà, entro 5 anni, la nostra area di riferimento».
Al suo fianco ci sono il vicepresidente esecutivo Matteo Tiraboschi e il responsabile di Brembo Cina, Stéphane Rolland. A rappresentare l'Italia, sono il sottosegretario allo Sviluppo economico, Michele Geraci, e l'ambasciatore Ettore Sequi. Con questo impianto, Bombassei esporta in Cina il modello «Industria 4.0»: «È il nostro sito più moderno - precisa - sia come prodotto sia come processo di industrializzazione. Ci lavorano 450 persone. Molti hanno un'alta specializzazione in informatica».
Dalla fabbrica escono le pinze freno in alluminio di alta gamma: 2 milioni di pezzi l'anno. «Sono freni - aggiunge Bombassei - destinati alle migliori vetture del mondo; fino a oggi venivano realizzati solo in Europa e negli Usa. Il nostro prodotto equipaggerà anche le nuove auto elettriche, contribuendo così a ridurre le emissioni e incrementare la leggerezza di questi veicoli».
Entriamo nello stabilimento: il personale è ridotto al minimo per consentire una visita approfondita e in piena sicurezza. Tre i turni giornalieri previsti, il resto della forza lavoro arriverà quando noi saremo tornati a Nanchino. A ogni «stazione» il caporeparto spiega le tappe che portano alla produzione delle pinze. L'impianto ha la capacità di lavorare oltre 15mila tonnellate di metallo fuso. Il forno è davanti a noi e segna una temperatura di 759 gradi. La pulizia è massima, non c'è odore (l'ordine regna anche in ogni angolo della vicina metropoli: zero cartacce e zero mozziconi).
Tra chi ci illustra il processo produttivo c'è anche un giovane che parla molto bene l'italiano: «Dalla Brembo, in Italia, è possibile seguire in tempo reale tutto quello che succede qui». Terminato il giro, ci viene mostrata la speciale tecnologia 3D utilizzata per l'addestramento operativo degli addetti alle nuove linee di assemblaggio, «grazie all'esatta replica virtuale e interattiva dei macchinari e degli elementi con i quali il nostro personale lavorerà poi nella realtà».
Brembo presta molta attenzione allo sviluppo della mobilità elettrica, soprattutto in Cina. «È nostra intenzione - sottolinea il presidente - sostenere con determinazione il Piano Cina 2025 (così il governo di Pechino ha ribattezzato il programma di avanzamento digitale e tecnologico dell'economia cinese, ndr), attraverso processi e prodotti innovativi per la mobilità del futuro». Brembo ha iniziato il suo percorso sotto la Muraglia nel 2001, per rafforzarsi progressivamente con la creazione di un polo logistico aftermarket e la produzione, sempre a Nanchino, di dischi freno. «Lavoriamo a contatto con le Case auto cinesi - afferma Bombassei - e riconosco il salto di qualità di queste aziende anche nello stile. Non è un caso che realtà italiane come Giugiaro e Pininfarina lavorino molto per questo mercato. Qui in Cina copriamo l'altissimo di gamma delle varie produzioni».
Brembo, intanto, prepara il freno del futuro, che sarà elettrico e comandato da un software.
«Sarà pronto tra un paio d'anni - anticipa il vicepresidente esecutivo Tiraboschi - e consentirà al veicolo una maggiore risposta nella frenata autonoma, in linea con quanto viene richiesto oggi dal mercato».