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Buffon gela l'Italia, un rigore la salva

La Spagna domina e passa su un'uscita a vuoto. Poi reazione azzurra e pari di De Rossi

Buffon gela l'Italia, un rigore la salva

Si salva l'Italia e tiene aperta in qualche modo la strada principale che porta a Russia 2018. Il pareggio contro la Spagna è prezioso quanto sofferto. Alla fine ha anche rischiato di vincerla dopo che per oltre un'ora gli azzurri erano stati dominati in lungo e in largo. E questa è una lezione per il ct Ventura: le partite bisogne giocarsele sempre. Ci vuole coraggio. Anche perché se dai il pallino alla Spagna un gol prima o poi te lo fa. A dire il vero stavolta una mano e grossa gliela dà Buffon con un liscio stile sfida con il Lecce, stessa porta, nell'anno del primo scudetto di Conte. A proposito dell'ex ct, questa sfida potrebbe tornare utile a Ventura per chiudere una volta per tutte il confronto con il recente passato. Infatti se l'è giocata praticamente con la squadra che fu di Conte, ma si è salvato con i ragazzi che aveva avuto l'anno scorso al Toro: Belotti e Immobile. Loro hanno dato la scossa, Eder tra i migliori ha procurato il rigore e De Rossi l'ha trasformato. Un campione del mondo ha salvato una papera di un altro eroe di Berlino 2006. Quel Buffon che vuole giocarsi in Russia l'ultimo Mondiale.

Per andarci servirà un'altra Italia da quella che come previsto Ventura copia da Conte. Ma è irriconoscibile rispetto alla squadra che a giugno aveva battuto la Spagna a Parigi. Schema identico, quasi gli uomini perché Chiellini è squalificato, al suo posto bravo l'esordiente Romagnoli, e Giaccherini non è convocato. A sorpresa la maglia del fedelissimo dell'ex ct va a Montolivo. Il capitano rossonero dovrebbe fare gioco. Dovrebbe. Non la vede mai e quando ha la palla sbaglia, anche perché gli azzurri sono timorosi. Già, il carattere. Ventura non riesce a duplicare la carica di Conte è così l'Italia per quarantacinque minuti subisce il torello della Spagna, trasformata rispetto alla versione sbiadita dell'Europeo. David Silva e Iniesta ricamano calcio, surclassano le mezzali azzurre, Montolivo e Parolo. Quello delle Furie Rosse è una versione moderna del tiki taka con improvvise accelerazioni. De Rossi, premiato dall'Uefa per le oltre cento presenze in azzurro, e compagni non superano a lungo la metà campo. È' un assedio che la nazionale di Lopetegui, successore di Del Bosque, non tramuta in vantaggio. Iniesta, Piquè e Diego Costa non colpiscono. Non c'è partita, lo dice il possesso palla a favore della Spagna costantemente sopra il settanta per cento. I trentottomila dello Juventus Stadium meriterebbero ben altro.

All'intervallo nessuno scommetterebbe sull'Italia, nemmeno il tanto discusso sponsor Intralot. A quel punto la sfida ha già perso Jordi Alba, problema muscolare, e Montolivo, costretto ad abbandonare in barella con il ginocchio sinistro ko. Ventura sceglie Bonaventura ma è sempre e solo una partita di contenimento. Tanti errori. E il più grave lo confeziona Buffon che liscia il pallone e Vitolo deposita in rete. A quel punto per l'Italia la partita è un Everest da scalare senza ossigeno. Ma lo svantaggio dà una scossa a tutti tranne a Pellè che completa la sua brutta partita non dando la mano a Ventura al cambio, peggio anche della figuraccia fatta sbagliando il rigore contro la Germania. Dentro Immobile, scuola Juve ed ex Toro. L'Italia prende coraggio, almeno quello. Ma è Vitolo a mangiarsi il raddoppio solo davanti a Buffon. Entra anche Belotti e Ventura riforma la coppia dei ragazzi terribili in granata. Il guizzo però è di Eder che si procura il rigore e De Rossi lo segna. L'Italia potrebbe anche vincerla, ma sarebbe troppo. Allunga a 52 la striscia d'imbattibilità nelle qualificazioni. Soprattutto si tiene in corsa per il primo posto del girone.

Chi l'avrebbe detto dopo un'ora di nulla.

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