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Da Buffon alla Kostner nello sport dominano i vecchi che non mollano

Pellegrini, Nibali e Rossi continuano a vincere. L'anziano campione emoziona più del ragazzo

Da Buffon alla Kostner nello sport dominano i vecchi che non mollano

Il culto del grande vecchio è una inesorabile passione italiana. I nostri migliori serial-thriller, si parli di politica, sport, economia, cronaca o gossip, sono all'insegna di un grande Vecchio. Poi c'è grande Vecchio e grande Vecchio. Nello sport li coccoliamo come peluches, identificano un'anima made in Italy: alla faccia dei rottamatori. Vedere Buffon migliore in campo di una Italia-sparring partner dell'Argentina avrà fatto piangere i teorizzatori del giovane ad ogni costo, ma sorridere chi guarda il nostro calcio con disincanto e non con l'incanto degli illusi. Sabato sera ciascuno è stato all'altezza della sua fama: quanto è alto Insigne? Oppure Verratti? E quanto Buffon? Ecco, prendete i centimetri e non sbaglierete anche la valutazione calcistica.

Il grande vecchio è il nostro albero della cuccagna, un Toro Seduto intorno al quale fare la danza della pioggia. Guardiamoci intorno: Buffon ci ha salvato da una figuraccia. Stiamo sfogliando margherite sul suo «vado-non vado» juventino, eppure ha ragione lui: rispetto ai numeri uno nostrani è ancora il migliore. Donnarumma è fermo all'apprendistato. Ma basta sfogliare l'album per ricordare quando ti prende l'emozione. Ricorre una sorta di vecchio è bello, alla faccia della nouvelle vague. I nomi fanno la sintesi: Federica Pellegrini, Valentino Rossi, Vincenzo Nibali. L'altra sera, subito dopo aver detto grazie alle mani di Buffon, ci siamo inchiodati davanti al volteggiare classico di Carolina Kostner, anni 31, da una vita sul ghiaccio, che ha fatto sognare una medaglia d'oro di campione del mondo, se non si fosse fatta prendere da una sorta di trance: forse le serviva quel pizzico di giovinezza in più per regalarsi un altro grande, e insperato, successo.

E, visto che si parla di donne, non dimentichiamo cosa ha combinato Federica Pellegrini a 29 anni, non proprio una giovinetta per la disciplina: quelle ultime vasche per vincere il mondiale dei 200 s.l. hanno abbacinato, condotto a riesplorare la sua maestria agonistica. E ora ci aspettiamo qualche altro miracolo da qui alle Olimpiadi 2020. L'attempato campione è una medicina vitale per goderci lo sport e magari discutere sulla necessità di vederlo o non vederlo ancora in pista, in strada, in moto. Appunto, dici moto e pensi a Valentino Rossi, anni 40 conservati con la verve di un ragazzino. Il segreto sta nel poterci contare, sapere che si batteranno pari a pari con la gioventù rovente (non ancora bruciata). Pensi alla strada e torna alla mente la bellissima Milano-Sanremo stile Cannibale, alias Eddy Merckx, appena vinta da Vincenzo Nibali, anni 33: chi mai è riuscito a creare emozioni così vibranti in questi ultimi anni a due ruote?

Il totem gravato solo dagli anni è un piacere dell'anima del cultore sportivo italiano: abbiamo dilatato la pensione di Rivera, Del Piero e Totti. Ci siamo legati ad Alberto Tomba e Dino Meneghin come a due alberi della salute. Abbiamo visto Stefano Baldini vincere una maratona olimpica a 33 anni e un titolo europeo a 35. Giovani è bello, d'accordo, ma i vecchi emozionano di più.

Vecchi maestri latini dicevano: meglio diventare vecchio presto, per durare di più.

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