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Buffon: "Smetterò ma sarò sempre un soldato a servizio della Juventus"

Buffon ha parlato del suo ritiro ormai prossimo: "Molto probabilmente smetterò, ma sarò sempre a disposizione della Juventus e della Nazionale. Un uomo di quasi 40 anni ha il dovere di dare spazio agli altri"

Buffon: "Smetterò ma sarò sempre un soldato a servizio della Juventus"

Gianluigi Buffon, con ogni probabilità, a fine stagione appenderà i guantoni al chiodo. Il numero uno della Juventus ed ex della nazionale italiana, dopo tantissimi anni di onorata carriera, e a 40 suonati, a maggio dovrebbe dire addio al calcio a meno che la Vecchia Signora non conquiestrà la Champions League. Buffon, infatti, recentemente ha dichiarato: "Ho un accordo con Agnelli, se dovessimo vincere la Champions, magari Szczesny sarà così gentile da farmi giocare un paio di partite (Supercoppa Europea e Mondiale per club; ndr)". Buffon, ha parlato ai microfoni del quotidiano tedesco Der Spiegel e l'intervista è stata ripresa da Tuttosport. Il 39enne di Carrara ha parlato ormai del suo ritiro che si sta avvicinando sempre di più:"Mi sento come un soldato al servizio della mia squadra e del mio Paese. Molto probabilmente smetterò, ma sarò sempre a disposizione della Juventus e della Nazionale. Un uomo di quasi 40 anni ha il dovere di dare spazio agli altri. So meglio di tutti che potrei ostacolare la crescita di altri ed è quello che non voglio, ma se dovesse esserci bisogno di un portiere e mi dovessero chiamare, io risponderò sempre anche a 80 anni".

Buffon ha poi parlato della mancata qualificazione al Mondiale: "Mi è dispiaciuto molto per il Mondiale mancato, probablmente lo rimpiangerò per tutta la vita, anche perché abbiamo tolto ai bambini la possibilità di avere il batticuore per un evento come i Mondiali. Personalmente sarebbe stato un traguardo che avrebbe chiuso nel modo perfetto la mia carriera". Buffon, infine, ha parlato della sua esperienza alla Juventus, che è stato il club che ha segnato tutta la sua carriera: "Il segreto della Juventus è quello di essere un club che ha dei valori che vengono trasmessi. L’input arriva dalla proprietà, cioè dalla famiglia Agnelli, e dal loro modo di vedere la vita, il lavoro e lo sport. I primi mesi qui sono fantastici. Nel 2001 arrivai qui dal Parma e per i primi mesi mi sono sentito come di vivere in un altro mondo.

Qui tutto si fa con la massima professionalitá che alla fine porta tutti a migliorare".

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