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Business e nuovi giocatori per ritornare a essere Inter

Accordo commerciale con Infront (che Moratti non amava): 80 milioni in 4 anni. "Degli attuali 11 titolari: Icardi, Juan Jesus e Kovacic incedibili. E ne terremo altri 4"

Il dg Fassone, Bogarelli (Infront) e Thohir
Il dg Fassone, Bogarelli (Infront) e Thohir

Business e buoni giocatori: ET, alias Erick Thohir, sta cominciando a coniugare l'idea calcio secondo canonici ragionamenti. Ieri il presidente interista aveva l'aria della festa. In un bel palazzo dell'antica Milano ha fatto sentire a tutti il tintinnio del danaro che corre: un nuovo accordo commerciale con Infront, società leader nel campo dei diritti sportivi, da sventolare alle banche con le quali sta giocando la partita più difficile: sono 80 milioni garantiti nel giro di quattro anni. Bancomat graduale che quest'anno verserà tra i 15 e i 17 milioni. Per il vero, Thohir e Marco Bogarelli, presidente di Infront, puntano molto più in alto del minimo garantito. L'idea dice che potrebbero raggiungere quota 120 milioni. «In altro caso lavoreremmo gratis», ha spiegato Bogarelli. Ovvero: dagli 80 milioni in avanti Inter e Infront si divideranno il resto della posta.

Altra musica rispetto agli ultimi accordi firmati da Massimo Moratti, assente ieri ma che oggi sarà con Thohir all'assemblea dei soci dove verrà presentato il piano-progetto sottoposto alle banche. Infront non era nelle grazie dell'ex patron, che aveva rifiutato accordi precedenti perché gli rappresentava qualcosa dei cugini, una provenienza troppo marcata dei dirigenti. Un po' di maniacalità tifosa che non ha portato buoni frutti: l'anno del Triplete non ha reso per quanto poteva. E ora l'Inter si trova in delicata situazione finanziaria. Thohir invece bada al sodo e lo ha ricordato: «Questo accordo ci porterà un incremento del 50 per cento rispetto al passato. Vogliamo un club in buona salute finanziaria per aver redditività e poter investire sui giocatori». Se non sono ancora chiare le potenzialità finanziarie di ET, è chiaro il cambio di passo a caccia di un business più ampio. Infront si occuperà dei contratti a livello mondiale, l'Inter invece ha già stretto rapporti in Giappone, Cina, Usa e Sudest asiatico per partnership a livello locale. Nel tempo si allagherà in Corea, Sud America e zone circostanti. «I primi club al mondo hanno un fatturato intorno a 160-180 milioni. Non possiamo permetterci di starne troppo lontani. Abbiamo una potenzialità di crescita del 30 per cento almeno», ha concluso Thohir che, quando parla di affari e danari, deve avere un cervello da slot machine.

Poi, certo, se il calcio e la squadra non supportano… Vien a proposito il derby. Thohir non ci sarà. C'era la volta scorsa e fu un successo che gli illuminò gli occhi e le speranze. Il seguito è stato illuminante forse in altro senso. Ieri il presidente è arrivato ad una prima sintesi. «La squadra c'è», ha raccontato. «Icardi e Kovacic rappresentano il futuro. Mi piacciono i giovani, ma per bilanciare abbiamo preso Hernanes e D'Ambrosio e questa estate faremo altri due acquisti». Due acquisti di qualità e di peso, se non proprio top. Il piano è già avviato: 3 incedibili (anche Juan Jesus), altri 4 della formazione titolare e 4 novità (compresi Vidic e Mbaye) dovrebbero integrare gli undici. Questa l'Inter del futuro che non conterà più su Zanetti, Samuel e Milito («Ma se facesse come Luca Toni?»).

Intanto Thohir ha allungato un'idea: «Vorrei vincere il derby. Non parlo senza rispetto per Barbara Berlusconi, ma abbiamo obiettivi da raggiungere». Un po' inconsueto questo dolce stil asiatico nella calde vigilie di un derby. Soprattutto dopo la mazzata arrivata all'Inter con la chiusura della curva (ultima di campionato e prima giornata del prossimo) per i soliti irriducibili cori. «Rispetto la decisione ma non è razzismo, è diversità di cultura fra le città», ha concluso ET.

Così sarà, ma intanto la società farà ricorso e Zanetti rischia di vedersi rovinata l'ultima partita della carriera.

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