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Dal calcio al basket, dal volley all'atletica Italia paese di allenatori. Non solo da bar

Fenomeni da esportazione: Conte, Ancelotti ma pure Gamba e Postiglione

Sergio Arcobelli

Italiani, un popolo allenatori. Erano altri i tempi quelli in cui venivamo considerati un popolo di artisti, di poeti, di navigatori. Ma anche lontani i tempi (forse?) in cui eravamo considerati «arraffoni». Ora c'è una cosa che sappiamo fare meglio di tutti al mondo: il mestiere dell'allenatore.

La figura del tecnico è quella che meglio viene apprezzata all'estero. Ed è quella che, al giorno d'oggi, ci rappresenta come popolo. D'altronde, non c'è mestiere migliore che richieda allo stesso modo fantasia e ingegno, preparazione e disciplina, esperienza e pratica.

Chi conglomera un po' tutte queste qualità, e lo abbiamo scoperto tardi, è senz'altro Claudio Ranieri, campione d'Inghilterra col piccolo Leicester. Il 65enne tecnico mediocre (questo l'aggettivo affibbiatogli una volta atterrato oltremanica) ha trascinato una «squadra di scarti» a una delle più grandi imprese sportive di sempre. Il segreto? Si chiama Made in Italy, non c'è che fare. Non a caso un altro tecnico del Belpaese, Conte, alla prima esperienza fuori dalle mura di casa, si è già ambientato in terra inglese ed è in testa alla Premier League. Un'altra favola è quella della piccola Albania, condotta dal nostro Gianni De Biasi al suo primo Europeo.

Pensiamo alla generazione di fenomeni che tanto ha regalato alla pallavolo azzurra: al momento, seduti in panchina da cittì all'estero ci sono Andrea Giani e Fefè De Giorgi. Tra i fenomeni c'era pure Anastasi, che con la Polonia ha vinto la World League, e ora allena a Danzica. O Stefano Cerioni, ex ct azzurro della scherma, che ha da poco lasciato la Russia, dove è rimasto però l'olimpionico del judo Ezio Gamba. Scelte di vita, come quella di Giovanni Guidetti, allenatore a Istanbul e da pochi giorni anche della Nazionale turca. Non è scappato dalla città, nonostante i fatti di cronaca nera. Mentre l'ex ct dell'Italbasket Simone Pianigiani, a sorpresa e dopo tanti scudetti con Siena, è finito ad allenare in Israele. Giramondo è anche Andrea Di Nino, attuale tecnico delle nazionale di nuoto della Bielorussia. C'è chi allena una squadra italiana, come Porzio, ma è sempre con le valigie in mano perché ct del Canada. Stesso discorso vale per Giovanni Postiglione, nome meno altisonante rispetto ai vari Conte e Ancelotti, ma degno di stima e considerazione. Il 65enne tecnico del canottaggio della Lituania (e riconfermato pure dalla Grecia) è stato infatti votato nel paese baltico miglior allenatore del 2016. La Lituania, una nazione che fa del basket quasi una religione, deve a lui le due medaglie vinte (su 4) arrivate alle Olimpiadi di Rio proprio dal canottaggio.

Ecco perché siamo i migliori. Chiaro, no?

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