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Caressa esagerato ma non fazioso

Caressa, come altri telecronisti di questa epoca non traduce l'avvenimento con l'aplomb di un Pizzul, bensì con la vena di un giornalista che deve badare anche ad una strategia cronistico-aziendale

Caressa esagerato ma non fazioso

Stavolta che la Juve ha chiuso la bocca ad amici e nemici, ecco che si apron gli uragani (social) verbali contro il telecronismo «fazioso-juventino». E c'è finito in mezzo Fabio Caressa, che fra l'altro non ci pare proprio un tifoso della Juve. Vabbé, tralasciamo e andiamo al dunque. Caressa, come altri telecronisti di questa epoca (Compagnoni, Trevisan, Pardo scortati da ex giocatori come Bergomi, Adani e soci a mezza via tra tifo e parola dell'esperto), non traduce l'avvenimento con l'aplomb di un Pizzul, bensì con la vena di un giornalista che deve badare anche ad una strategia cronistico-aziendale. Conosce la materia, a differenza delle accuse mosse, e la modella rivolta soprattutto ad un pubblico giovane. D'accordo, si può fare a meno del pistolotto iniziale ma il vezzo non è un vizio. E le tv a pagamento puntano ai giovani come linfa per il futuro, dimenticando chi paga gli abbonamenti: solitamente meno giovani e con poca voglia di sentir ronzare troppe parole, preferendo commenti più secchi e meno esaltanti. La telecronaca faziosa, o simil, è stata per anni riserva di caccia di tv e radio private, ma ora siam tutti un attimo più avanti. Poi ci scappa, in Rai come su Sky o Mediaset, che qualcuno esageri nell'esaltazione del prodotto. Solitamente giornalisti e telecronisti sportivi amano lo sport con passione. C'è chi (Meda nelle moto) esalta e tifa per la gara in quanto tale. E chi si perde nell'esagerazione che appare faziosa. Per tutti: l'idea di esaltare il prodotto.

Giusto o sbagliato che sia, però non si accettano lezioni dai social e dalla loro faziosità.

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