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Carletto e Max cose da pazzi

di Tony Damascelli

P rendo a prestito una delle mille frasi del principe De Curtis Antonio, in arte Totò: «In questo manicomio accadono cose da pazzi». Ai giorni nostri, nel calcio italiano, già manicomio di suo a livello organizzativo, capitano cose da pazzi al punto che questa sera l'allenatore primo in classifica, con 13 punti di vantaggio, reduce da altri quattro scudetti e con la possibilità di proseguire il cammino in Champions, è sotto schiaffo dai tifosi e critici e già si parla di possibili dimissioni. Di contro, l'allenatore che è fuori dalla coppa Italia e dalla stessa Champions ed è distante 13 punti dall'avversario e ha una media di risultati al di sotto del predecessore emigrato a Londra, goda invece di protezione a prescindere, di immunità professionale e calcistica, amato dal suo presidente, dai tifosi e dalla stampa. Allegri e Ancelotti sono gli attori di questo commedia grottesca, non certo colpevoli del copione che è stato loro confezionato ma che sono costretti a recitare. Napoli-Juventus è una cosa diversa da quella che era, la nostalgia di Maradona e Platini e di alter sfide sulfuree e il solo additive a un evento che è un fake match, per la classifica intendo. Ma prevedo una partita piena di orgoglio per Ancelotti che ha sempre un sospeso con il popolo becero juventino mentre Allegri sa che la stazione importante arriverà tra dieci giorni, contro l'Atletico. Nel clan bianconero si racconta che l'incontro di questa sera giunga al momento opportune perché possa scuotere un ambiente ancora sbalordito dalla sconfitta di Madrid e bisognoso di una sveglia agonistica, una sfida aperta, tipo Fiorentina-Atalanta di coppa Italia. Ancelotti ha tutto per vincere anche se passare da 13 e 10 punti non è il massimo della vita, le sue soluzioni di attacco possono creare problemi a una difesa bianconera allergica alla pressione e deficitaria in un paio di elementi, dico Bonucci e De Sciglio, mentre occorrerebbero stopper, nel senso etimologico, decisi e aggressive come Chiellini soltanto sa essere. L'atmosfera attorno alla partita non rassicura, stavolta non c'è Higuain da fischiare ma tutta la Juventus è sotto tiro, De Laurentiis ha molestato la società bianconera alludendo ai debiti, dopo aver parlato di imbroglio per l'ultimo scudetto vinto. Non era necessario e soprattutto non è elegante ricorrere a mezzucci dialettici ma il numero di poliziotti e di stewards impegnati in questa domenica a Napoli fa pensare a uno stato di crisi, a un manicomio, appunto, abitato da finti sani di mente.

Aveva ragione, sempre, Totò.

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