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Carpi, dopo la A lo stadio Serve un altro miracolo

Ha due mesi per dire dove giocherà. Il suo impianto è troppo piccolo Patron Caliumi: "Pronti a ristrutturarlo noi". Però manca il tempo

Carpi, dopo la A lo stadio Serve un altro miracolo

Carpi (Modena) - La fabbrica dei miracoli è qui, in via Carlo Marx, dove ha sede lo stadio Cabassi, angolo con via Lenin. Il Carpi è in serie A per la prima volta nella sua storia, è il 64° club a raggiungere il massimo campionato e lo fa con la quarta promozione in 6 anni, compreso un ripescaggio. Nel 2000 era ancora in Eccellenza, a causa del fallimento, due stagioni più tardi evitò il nuovo crac grazie a un imprenditore di Mirandola, Franco Cavicchioli. La svolta arriva nel 2009, favorita dalla fusione con la seconda squadra cittadina, la Dorando Pietri, dedicata al carpigiano più famoso, maratoneta sorretto sul traguardo olimpico di Londra 1908 e perciò squalificato. La sua statua troneggia nell'aiuola all'ingresso del paese, a ricordare l'impresa epica. Con la fusione, entrano in società Stefano Bonacini e Roberto Marani, proprietari della Gaudì, marchio di abbigliamento. Saranno loro gli artefici della scalata grazie a investimenti giudiziosi, al punto che, oggi, il monte stipendi è di appena due milioni e mezzo.

«Se vuole le faccio vedere i bilanci», precisa fiero il presidente Claudio Caliumi. È stato giocatore del Carpi negli anni '70, è a capo di Madrilena, una griffe femminile. Del resto qui siamo nella capitale del tessile, pure in crisi. Il distretto vale un miliardo e mezzo di euro, comprende anche Blumarine (dello sponsor Anna Molinari), Lju Jo (proprietaria del volley femminile a Modena, uscita ai quarti di finale scudetto) e Manila Grace, di Maurizio Setti, presidente del Verona, già socio del Carpi e poi vicepresidente del Bologna con Guaraldi.

I 72mila carpigiani hanno reagito con determinazione emiliana al terremoto di tre anni fa. Sono 380 le famiglie ancora fuori casa per i danni causati dal sisma, nessuna però ha mai vissuto nei container. Adesso l'altra emergenza è lo stadio, perché i 4200 posti del Cabassi andavano bene giusto per la serie B, mentre il primo anno di C1 venne disputato a Reggio. «Noi vorremmo giocare nell'impianto di Carpi - sottolinea il presidente Caliumi -, aumentare la capienza a 10-12mila posti e ottenere la deroga. Potremmo velocizzare i lavori, occupandocene come società, al posto dell'amministrazione».

Il Carpi ha tempo due mesi per comunicare dove ospiterà il campionato, è quasi impossibile che riesca nell'ampliamento e allora sceglierà fra Modena e Parma. Potrebbe imitare i cugini del Sassuolo, che all'ostilità dei tifosi canarini allo stadio Braglia hanno preferito emigrare nella provincia vicina, Reggio, e acquistare all'asta il Mapei. Il Tardini non è fallito, a differenza del Parma, e il sindaco ducale Pizzarotti è già stato allertato.

I titolari biancorossi saranno in buona parte confermati, di certo si riparte da Fabrizio Castori, il tecnico che debutterà in A a 61 anni. Era il meno pagato della categoria, ha trasmesso la sua voglia di vincere, cancellando la macchia nera della carriera, ovvero quella squalifica di 3 anni (poi ridotta a 2) rimediata per rissa, nel playoff di Lega Pro tra il suo Cesena e il Lumezzane, era il 2004. La stella della squadra è Jerry Mbakogu, arrivato dal fallimento del Padova. Era nel mirino del Borussia Dortmund, complice un infortunio si è fermato a 14 gol e potrebbe restare anche per la A. Pure Fabrizio Poli, uno dei 7 liguri della rosa, arrivò da un fallimento, dell'Arezzo, mentre l'esterno Di Gaudio c'era già in C2, giunto dal Castelfranco, squadra dilettantistica modenese.

Alla promozione hanno contribuito anche le parate di Gabriel, il portiere in prestito dal Milan: «Ringrazio Dio per essere arrivato qua - racconta -, c'è l'accordo fra le società perché io resti. E l'amico Kakà mi ha fatto i complimenti». Festeggia con gli ex compagni anche Fabio Concas, sospeso il 5 gennaio per cocaina. La società gli aveva subito rescisso il contratto. «Mi alleno da solo - confessa -, a Genova. Martedì saprò l'entità della squalifica».

Era uno dei migliori biancorossi, la promozione è anche sua.

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