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Il Celtic un finto problema E Conte si toglie i sassolini

Il tecnico bianconero non vuole cali con gli scozzesi e risponde al Milan: "Galliani dice che abbiamo già vinto lo scudetto... In fondo tifa Juve"

Il Celtic un finto problema E Conte si toglie i sassolini

Torino - Se, ai tempi di Indietro Tutta, Nino Frassica indossava i panni del Bravo Presentatore, oggi Antonio Conte è il Bravo Allenatore che dice quel che deve anche dopo avere guidato i suoi al clamoroso 3-0 dell'andata, nel catino infuocato del Celtic Park. Stasera il ritorno sarà poco più di una formalità: il copione però prevede prudenza e allora prudenza sia: «Dovremo dare il massimo, perché affronteremo un Celtic forte e determinato». Frassica e Arbore sarebbero orgogliosi, così come è giusto tenere da conto gli ammonimenti di Pirlo («Non ho mai dimenticato la finale di Istanbul, quando con il Milan eravamo tre reti avanti nell'intervallo»): tuttavia viene difficile immaginare i biancoverdi corsari a Torino al punto da rifilare tre sberle alla Juve senza prenderne. Così, tanto per gradire, vale la pena ricordare che tra gli uomini di Lennon non ci sono né Messi né Cristiano Ronaldo: la Signora poi, dopo i match di andata di tutta la Champions, è una delle tre squadre imbattute insieme a Schalke 04 e Borussia Dortmund, ha incassato solo quattro gol (miglior difesa, insieme al Porto), non perde nelle competizioni Uefa da 17 partite, in casa propria ha battuto sei volte su sei gli avversari scozzesi che le si sono parati contro e via di questo passo. Dopo di che, è giusto e logico predicare calma prima di sentirsi tra le Migliori Otto d'Europa. Conte è comunque sereno e ci mancherebbe altro, fa il pieno di complimenti e rifila carezze pungenti a Galliani: «Dice che abbiamo già vinto lo scudetto? Quello che è successo la scorsa stagione al Milan deve servirci da esempio e stimolo. Un anno fa i rossoneri erano a +7 su di noi (anche se con una partita in più, ndr), poi però il tricolore è arrivato a Torino. Quindi faccio gli scongiuri, dico ai miei di stare attenti e ringrazio comunque Galliani per la stima. In fondo lui è juventino e, se dovessimo ripeterci, sarà un po' contento anche lui».

Ce n'è anche per il Napoli e per Mazzarri, ma senza spocchia né aggressività: «A chi sostiene che al San Paolo avremmo meritato di perdere, dico che nel calcio i pareri sono molto soggettivi. Io cerco sempre di migliorare guardando le cose per come sono. I fatti accaduti prima della partita? Le immagini si commentano da sole. Siamo arrivati allo stadio scortati dalla polizia, che ha sparato lacrimogeni per disperdere i tifosi. Nonostante tre vetri del pullman rotti e un clima poco sereno, la mia squadra non si è fatta intimidire». Il che, unito alla personalità mostrata su campi difficili come il Celtic Park o Stamford Bridge, fa davvero pensare che la Juve sia mentalmente pronta a giocarsela con chiunque anche in Europa: «In questo anno e mezzo, tranne due o tre eccezioni, la squadra ha sempre dimostrato di essere sul pezzo e questo mi dà molta fiducia. Come disse Buffon prima di scendere in campo a Londra, “sappiamo cosa dobbiamo fare”. Ecco: noi siamo questi». Sorrisino compiaciuto. E una pacca sulle spalle a Lennon, il quale dopo la partita di andata si era lamentato dell'arbitraggio: "È pronto per l'Italia, visto che qui ci lamentiamo tutti. Diciamo che io sto cercando di europeizzarmi, lui di italianizzarsi.

Se poi analizzo i dettagli di quel match, noto che a ogni calcio d'angolo un giocatore scozzese andava a bloccare Buffon nonostante il regolamento vieti certi comportamenti nell'area piccola». Almeno su questo aspetto oggi sarà ancora battaglia, con però la netta sensazione che nemmeno lui tema davvero il ribaltone. «I tifosi bianconeri vorrebbero blindarmi? Quando rivedremo il contratto (scadenza 2015, ndr), magari inseriremo quella clausola di rescissione che adesso non c'è. Ad ogni modo, se qualcuno ci fa i complimenti, vuol dire che stiamo lavorando tutti bene».

Un Bravo Allenatore, appunto.

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