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La cenerentola Tahiti sperava di non giocare

"Se la Nigeria si fosse ritirata...". In squadra un venditore di scarpe e un bagnino

La cenerentola Tahiti sperava di non giocare

«Se la Nigeria fosse rimasta a casa avremmo iniziato con un bel 3 a 0 a tavolino. Sarebbe stata una vittoria storica». Eddy Etaeta, 43 anni, ha il cognome che sembra un codice di un robot della Nasa, ma è un allenatore con il senso dell'umorismo. Diversamente non potrebbe essere per uno che di professione fa il commissario tecnico di Tahiti, 138esima forza del ranking mondiale, e simpatica armata brancaleone costruita attorno a fratelli e cugini (i quattro Tehau, ovvero Alvin, Stanley, Lorenzo e Jonathan), ma anche a ragazzi che vengono da altre discipline sportive o che fanno fatica a calzare scarpette bullonate. «Per molti di loro il pallone è uno sport da spiaggia, ma sappiamo anche essere professionali quando è il caso», ricorda Etaeta.
Tahiti è qualcosa in più di una cenerentola della sfera di cuoio. È approdata alla Confederations Cup dopo aver trionfato nel campionato d'Oceania. Non certo una passeggiata di salute, a dimostrazione che, scavando, qualcosa di buono c'è in questi calciatori esotici. In attacco ci si aggrappa alla vena realizzativa di Marama Vahirua, 33 anni, attaccante del Nancy. Ai tempi dell'Under 21, ma con la maglia transalpina, affrontò anche l'Italia. Domenech l'aveva illuso, promettendogli un posto a fianco di Malouda, Zidane e Trezeguet. «Ci ha ripensato - racconta -, poco male. Ho scelto la nazione d'origine di mio padre e mi sto togliendo lo stesso qualche soddisfazione». Che tradotto significa: noi siamo qui a Belo Horizonte, la Francia non mi risulta.
Tra i pali giganteggia il 30enne Mickael Roche, che si sta facendo preferire al «senatore» Xavier Samin. In molti sostengono che abbia un fisico da bagnino e non si allontanano di molto dalla realtà visto che Mickael ha davvero un trascorso da baywatch sulle spiagge di Mentone, la porta d'ingresso di Montecarlo, dove ha anche iniziato a giocare a pallone. Il piatto forte della squadra di Etaeta è la difesa: nelle gare di Oceanian Cup Tahiti ha incassato solo 4 gol in cinque gare. Merito di Roche, ma anche della coppia centrale composta da Lemaire e Wagemann. Anche loro sembrano abbastanza palestrati, retaggio di una lunga permanenza sul pianeta rugby. «Il calcio è davvero una scoperta recentissima - spiega il 22enne Edson Lemaire - devo ammettere che giocare da seconda linea mi ha aiutato parecchio anche nella mia nuova dimensione sportiva». E se qualcuno ha mosso i primi passi a piedi nudi sulle suggestive spiagge della Polinesia, c'è invece chi le scarpe le vende. E' l'attaccante Steevy Chong Hue, «gemello» di Vahirua in prima linea. I soldi che guadagna nel modesto Bx Bruxelles non sono sufficienti a togliersi qualche sfizio e così di mattina sbarca il lunario da commesso in un calzaturificio della capitale belga.

«Sembrano tante favole, ma il nostro calcio è soprattutto questo - chiosa Etaeta - venderemo cara la pelle contro la Nigeria (stasera alle 21, ndr), ma sarebbe soprattutto importante per questi ragazzi mettersi in mostra e trovare qualche buon ingaggio».

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