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Una Champions da brividi Ma l'Italia non è questa

Il ko del Napoli in Ucraina ci ha dato la mazzata Avremo 4 squadre dal 2018: dovremo meritarle

Una Champions da brividi Ma l'Italia non è questa

I rapporti complicati Italia-Europa in politica ed economia transitano anche in Champions League ed è un brusco risveglio. Con tre squadre nella fase a gironi (dopo tre edizioni a due), diciamolo pure, ci eravamo illusi. Invece l'inizio della campagna di Champions dell'Italia è il peggiore dal 1998-99 e in assoluto da quando si gioca la fase a gironi a 32 squadre. Juventus, Roma e Napoli sono uscite malconce, in modi diversi. La Juventus ha subito la dura lex di Leo Messi, ma, anche se la sua caduta è stata per modi e risultato la più fragorosa, affrontava, appunto, Leo Messi e il Barcellona al Camp Nou. La Roma ha strappato il pari all'Atletico Madrid, con il portiere Allison migliore in campo. Sopravvivenza e nient'altro. Il più deludente è stato il Napoli. Aveva un avversario, lo Shakhtar Donetsk, che si è sempre dimostrato spigoloso, specie a casa sua (o comunque in quello che è il suo campo base), però non è il Barcellona con il suo palmarés e nemmeno l'Atletico di Madrid avvezzo alla Champions: due finali, una semifinale e un quarto di finale nelle ultime quattro edizioni. Il Napoli pareva in costate crescita, ma è risultato il più lontano da se stesso.

In generale, al di là di errori tecnici e tattici degli allenatori e dei giocatori, è il grandangolo sul nostro calcio a offrirci un'immagine impietosa. Dopo tre partite nel calcio degli adulti risultiamo poca cosa. La Juventus che aveva perso 1-3 in finale con il Barcellona a Berlino aveva offerto una sensazione diversa, quella di una squadra sconfitta ma che per larghi tratti aveva giocato alla pari e per vincere, quella uscita strapazzata da Cardiff e dal Camp Nou mostra una fragilità che non si può spiegare con Higuain che si trascina bolso, con gli errori difensivi o con una psicologia d'accatto. Con accenti diversi, lo stesso vale per Roma e Napoli (più per questo).

Ecco, l'unica consolazione è che sembriamo talmente inadeguati alla Champions che non è possibile che lo siamo realmente. Anche l'Italia di Ventura (il c.t., pro domo sua, fa notare che da Cardiff in poi la Spagna ci ha usato come punching ball ovunque) non è malmessa come al Bernabeu. Noi siamo meglio di così, le nostre squadre hanno valori per raccogliere più di così. Quindi piangere sulla nostra miseria è l'ennesimo alibi. Se non siamo così, significa che qualcuno non ha fatto tutto quello che poteva e che si può fare meglio. Questa è la responsabilità che in molti, in panchina e in campo, devono prendersi e quindi rimediare.

Ovviamente, soprattutto il tonfo della Juventus ha scatenato ilarità da parte degli storici rivali di Madama. Il tifo non si ferma con la logica, però è bene rammentare che l'Italia aveva tre squadre più una in Champions ed è stata retrocessa. Dal 2018-19 ritornerà ad averne quattro, tutte direttamente ai gironi. Ma è una conquista da mantenere, da difendere. Si può cadere di nuovo. E con questo primo turno abbiamo dimostrato che non abbiamo paracadute.

Questa impietosa tabella dice un'altra cosa. L'ultima apparizione del Milan in Champions è datata 2013-14, quella dell'Inter 2011-12, fuori rispettivamente da quattro e da sei competizioni. Milan e Inter sono le squadre più titolate e abituate alla Coppa dei Campioni. Attendiamo il loro ritorno.

Nel frattempo, però, come dice il proverbio, gli assenti hanno sempre torto.

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