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Champions proibita. La Lazio spazzata via

Biancocelesti senza coraggio, travolti 3-0 dal Bayer Leverkusen. Playoff ancora tabù: l'Italia resta con due sole squadre

De Vrij e Keita amareggiati per la sconfitta
De Vrij e Keita amareggiati per la sconfitta

Addio tesoretto da oltre 30 milioni (ne restano una quindicina come paracadute garantito a chi «retrocede» in Europa League). Addio ai sogni di gloria. Questa Lazio, fatta di giovani di belle speranze e salita sul podio del campionato nella scorsa stagione con un gran girone di ritorno, non sembra ancora pronta per il salto di qualità continentale. Il futuro è sicuramente di molti dei ragazzi di Pioli, ma il presente in Champions sarà di quelli di Schmidt. Non è un caso che il Bayer Leverkusen abbia conquistato gli ottavi di finale tre volte nelle ultime quattro edizioni della coppa dalle grandi orecchie. «Per noi entrare nella Champions è come vincere un titolo», così l'ex romanista Voeller, ora ds delle «aspirine».

Il detto varrebbe anche per la Lazio, ma la sfrontatezza dei virgulti biancocelesti non basta a certi livelli. Quando l'asticella si alza, anche il minimo errore può essere fatale. E ieri sera alla BayArena la squadra di Pioli ne ha commessi ben due con i suoi difensori, decisivi per l'esito senza il lieto fine auspicato dopo la vittoria dell'Olimpico. Per di più in queste gare europee da dentro o fuori, è difficile anche concedere agli avversari gente del calibro di Biglia e Klose, senza dimenticare il portiere Marchetti (anche se il sostituto Berisha sì è disimpegnato bene). Se poi nemmeno Keita e Felipe Anderson riescono ad accendersi, il passaggio del turno diventa impresa ardua.

Il volto della rosa attuale è molto diverso da quella che si presentò a Leverkusen 16 anni fa, pareggiò, arrivo ai quarti di Champions e poi vinse lo scudetto. Oggi è meno ricca, dall'età media molto più bassa e con scarsa esperienza. Che nell'immediato significa un'annata nella meno prestigiosa Europa League e, senza rinforzi negli ultimi giorni di mercato, probabilmente anche qualche sofferenza in più in campionato.

Beffa per Mediaset che ha l'esclusiva della Champions: sulla piattaforma Sky è stata la Zdf (la tv tedesca) a trasmettere la partita in diretta naturalmente con il commento in lingua originale. Con grande soddisfazione per gli abbonati di fede biancoceleste all'emittente di Murdoch e per chi è munito di parabola.

Anche la lingua che si parla in campo è prevalentemente teutonica. Nonostante un possesso palla di poco superiore, nel primo tempo il Bayer insidia spesso la porta di Berisha, con la traversa di Kiessling che è un primo pericoloso campanello d'allarme. La Lazio si limita a controllare, affidandosi a due buone giocate di Keita, la prima provocata da uno svarione difensivo dei padroni di casa, mentre sulla seconda c'è un tocco di mano in area di Tah che fa infuriare l'attaccante e farebbe sospettare un rigore.

E quando la spinta della squadra di Schmidt sembra scemata, giunge improvviso il vantaggio dei tedeschi: il destro comodo di Calhanoglu, bomber stagionale delle «aspirine», nasce da un grave errore di de Vrij che chiama l'uscita di Berisha facendosi anticipare da Kiessling e dallo sfortunato flipper tra Onazi e Mauricio. L'ex Sporting Lisbona sarà protagonista in negativo sul raddoppio del Bayer: azzardato il tentativo di anticipo, Mehmedi esplode il destro che sigla il 2-0. Un gol basterebbe per l'impresa, la Lazio ci mette il cuore pure quando Mauricio chiude la sua serata no con l'espulsione (ma i due gialli sembrano forse eccessivi). In contropiede, sui titoli di coda, i biancocelesti beccano addirittura il 3-0.

E la Germania - 4 squadre ai gironi della coppa più prestigiosa - fa un passetto avanti rispetto all'Italia (solo due) nel ranking Uefa.

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