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Ci saranno i burqa, ma non insulti e buu

Ci saranno i burqa, ma non insulti e buu

Dopo la sagra paesana della sedicente coppa Italia, oggi si fa sul serio. La supercoppa è il primo trofeo dell'anno, Juventus e Milan intendono onorarlo, il Paese ospitante maschera le proprie vergogne allestendo una partita di football e assicurando ai regnanti del nostro calcio i denari necessari, le donne in tribuna si divideranno per tifo e burqa, l'indignazione evaporerà al fischio d'inizio della contesa, non ci saranno buu razzisti e nemmeno insulti rivolti a madri, carabinieri e defunti vari. È un altro mondo ma potrebbe essere il nuovo mondo di un gioco che tale più non è, alle prese con una pesante crisi finanziaria e alla ricerca di nuove fonti di entrate e di sostentamento. Juventus e Milan, insieme con l'Inter, rappresentano il califfato del nostro calcio. Vivono momento storico diverso, quasi opposto. Il club juventino resta ancorato alla proprietà storica, la famiglia, Andrea Agnelli e John Elkann sono la garanzia della tradizione e dell'affidabilità, anche se qualcuno avanza l'ipotesi dell'ingresso di nuovi azionisti stranieri. Il Milan ha ribaltato il corso della storia, passando dal rinascimento al medioevo, per finire nel fondo Elliott che potrebbe riequilibrare e risanare un passato prossimo grottesco. Ma in campo non vanno i presidenti, non contano più i bilanci e le strategie finanziarie, la verità sta nella prestazione dei calciatori, nei piani dei due allenatori. Gedda è tappezzata dalle immagini di Cristiano Ronaldo e Gonzalo Higuain. Il primo è il fuoriclasse che nessuno discute. Il secondo è un campione che molti stanno discutendo. Eppure proprio Higuain potrebbe recitare il ruolo del vendicatore e del fuggitivo. Allegri non se lo augura ma, paradossalmente, lo spera qualcuno del club bianconero perché, la valutazione e il futuro dell'argentino, potrebbero cambiare proprio stasera, allentando l'ansia nel bilancio contabile bianconero. Si prospetta l'ipotesi di un prolungamento della formula del prestito per altri diciotto mesi, a Londra o a Milano ma molto dipenderà anche dalle idee del calciatore e dalle casse dei tre club in questione, Juventus, Milan e Chelsea. Il caso è paradossale ed è il riassunto di un calcio paranoico. Abbiamo la pelle arrossata per i diritti negati alle donne arabe ma ci portiamo dentro gli ululati nostrani e le ultime di cronaca, con la rissa tra genitori, il razzismo, gli espulsi, nel campionato juniores.

Rispetto a Gedda mancano i cammelli ma abbiamo le iene.

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