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Il ciclone Berlusconi piomba sulla sfida e rimette in sella Allegri

Il presidente: "Se ci sono offerte per il tecnico, rilanceremo" E su Balotelli: "Irreprensibile in campo, fuori sia meno star"

Il ciclone Berlusconi piomba sulla sfida  e rimette in sella Allegri

Milanello - Sul derby irrompe Berlusconi. Il ciclone Berlusconi, viene subito da aggiungere. Per tener fede a una promessa fatta a Galliani e Allegri: finita la campagna elettorale sarò da voi. Ed eccolo Silvio Berlusconi spuntare giù dall'elicottero che lo riporta da Linate a Milanello, arrivare negli spogliatoi per assistere alle fasi finali del Viareggio («dopo anni torniamo in finale» la soddisfazione), salutare tutto il Milan schierato in parata a fine allenamento e poi salire alla club house per la conferenza-stampa. Non ha affatto l'aria del giaguaro smacchiato ma solo un occhio ammaccato che gli ha impedito mercoledì sera di godersi la sfida col Barcellona. «I medici mi hanno bendato e mandato a letto, qui ho avuto la cassetta ma la vedrò prima del derby» il dettaglio fornito sulle condizioni fisiche. Ha condiviso la gabbia su Messi, «è quello che mi sforzavo di ripetere nei giorni precedenti e ai tempi con Zidane», fa sapere. È reduce, in campagna elettorale, da una rimonta ed è arrivato in tempo per preparare «una partita che sfugge a qualsiasi regola», e complimentarsi con il suo vecchio, caro Milan. «Non pensavamo che in così poco tempo potesse realizzare le perfomances ottenute dopo aver visto partire 15 mostri sacri» la sua meraviglia che consente di rafforzare la fede nella linea scelta, gioventù e soltanto gioventù, con l'aggiunta di qualche maturo campione, «come Montolivo che ha sostituito benissimo Pirlo».

Da ciclone autentico, Silvio Berlusconi è anche capace di spazzare via dal cielo di Milanello i dubbi sulla tenuta di Allegri, che gli siede accanto, «alla destra del padre» la battuta iniziale. I due, a un certo punto, cinguettano addirittura. Perché il presidente cestina la battuta padovana ("non capiss' un c…") e rimpolpa il presente con un attestato di stima. «Se dovesse presentarsi qualche richiesta per lui, siamo in grado di offrirgli anche un aumento di contratto» la promessa solenne che fa diventare rosso rosso Allegri e lo stesso Galliani («no, Max, non venire a batter cassa»). Il progetto giovane Milan va avanti allora. E si potenzia con nuovi particolari. «Siamo partiti da 100 ragazzi, poi la scelta si è ristretta a 72, adesso siamo a 50». «Vogliamo riscattare Bojan» l'anticipazione aggiunta alla indicazioni di altri due esponenti del settore giovanile, Cristante e Petagna. «Tutte le squadre devono allenarsi e giocare con lo stesso modulo del Milan prima squadra, scelta questa in uso solo a due club in Europa: il Barcellona e l'Ajax» l'altro tassello del mosaico che deve puntare, nel giro di 3 anni, a rivincere qualcosa di prezioso. Coccolando Robinho, «che vuole sempre tornare in Brasile ma voglio convincerlo a restare qui, facendo la vita giusta», regalando consigli a Mario Balotelli che «è irreprensibile in allenamento e in campo, deve esserlo anche fuori, senza lasciarsi distrarre dal suo ruolo di star». A proposito di Balotelli, la confessione sulla famosa frase «mela marcia» fa sobbalzare tutti. «Adesso posso dirlo: lo feci per far abbassare il prezzo, d'accordo con Galliani che ora mi ha tirato un calcio sotto la scrivania quando ho parlato di Bojan» la chicca. La conclusione è tutta rivolta al pubblico del derby. «Sarebbe assurdo assistere a manifestazioni di razzismo, Balotelli è italianissimo, anzi dovremo impegnarci per dare pieno titolo di cittadinanza ai 4 milioni e 700 mila che vivono, lavorano e pagano le tasse qui da noi» l'ultimo argomento affrontato da Silvio Berlusconi che stasera prenota il posto in tribuna a San Siro, «con i miei nipotini, i figli di Marina, tifosissimi, i quali mi hanno regalato un barboncino, si chiama Dudu». Senza sognare chissà quali traguardi. «Siamo prudenti nelle previsioni, non abbiamo alle viste un traguardo da tagliare». Basta il derby.

E il risultato di lunedì sera.

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