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Il ciclone Zeman agita la Svizzera: è Lugano-mania

Zeman in bianconero, poteva accadere solo fuori dall'Italia. L'arrivo del boemo sulla panchina del Lugano, nella massima divisione dopo 12 anni, ha scosso il calcio elvetico. Tutti i riflettori sono puntati su Zeman, nonostante il suo Lugano sia il candidato numero uno alla retrocessione. Eppure fa più notizia dell'inarrivabile Basilea (arriverà il 7° titolo consecutivo?) degli ex Inter Samuel e Kuzmanovic e delle concorrenti (Grasshoppers, Zurigo, Sion). Ma il ciclone Zeman non conosce ostacoli. Il Lugano del presidente Angelo Renzetti, che nel 2012 lo ha rilevato da Preziosi e un mese fa ha respinto l'offerta di Raiola per la società, sembra l'ambiente ideale per Zeman: niente grandi nomi, tanti giocatori di categoria pronti alla stagione della vita e soprattutto un nutrito gruppo di giovani. Con Zeman si esaltano gli attaccanti, magari sarà il turno di Patrick Rossini, punta potente ticinese con alle spalle caterve di reti nelle serie minori. A chi ha fatto notare a Zeman le sue scarse conoscenze del calcio svizzero, ha risposto: «Non ci sarà nessun problema: ho visto i campi e sono delle stesse misure degli altri...». Il debutto ieri a San Gallo non è stato indimenticabile: sconfitta per 2-0.

Prima casalinga tra 7 giorni contro il Thun di Ciriaco Sforza, per una sfida da Serie A vintage.

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