Il Clasico spegne le sue stelle Prima volta senza Messi e CR7

«Voglio tornare a respirare, non certo morire», rivela Lopetegui e Valverde risponde «non vorrei avere un morto sulla coscienza, ma non ho alternative». Barça-Real (Dazn, ore 17.15) è più "clasico" del solito "clasico". Neppure un pareggio (come accadde nell'ultimo incrocio) potrebbe salvare la panchina del tecnico madridista (Conte più di Laudrup e Solari per il futuro), mentre il Barcellona ha bisogno come l'ossigeno dei tre punti per respingere gli assalti da inediti pretendenti al trono (Siviglia, Alaves ed Espanyol).

Sarà la prima volta dopo undici anni senza Ronaldo e Messi. Il portoghese ha salutato tutti in estate, l'argentino è fermo ai box per la frattura del radio rimediata contro il Siviglia. E allora si cercano eroi alternativi, con Suarez e Coutinho in stato di grazia sul fronte catalano e i soliti Marcelo e Benzema a cercare di tirare la carretta tra le merengues. L'ultima sfida orfana di entrambi i marziani risale al 23 dicembre 2007, anche quella volta si giocava al Camp Nou e fu il Real a vincere con una rete di Julio Baptista.

Non mancano chiavi di lettura per la sfida numero 272 (916 gol) della storia dei due club, iniziando dai tanti volti nuovi. C'è molta attesa nel vedere all'opera il brasiliano Arthur, accolto con un certo scetticismo, ma cresciuto così tanto da aver rimpiazzato più che dignitosamente Iniesta in sala macchine. Sarà la prima volta anche di Mariano Diaz, il pomo della discordia in casa madrilena: per Florentino Perez è l'erede di Raul, per Lopetegui il sostituto di Ronaldo, valutazioni deliranti.

C'è anche da segnalare la presenza al Camp Nou di Courtois, prelevato dal Chelsea, ma ex Atletico Madrid: la sua ultima sfida con il Barcellona in Catalogna risale al 17 maggio 2014, giorno in cui i colchoneros, pareggiando, vinsero il campionato. Nel Real torna dal primo minuto Isco dopo l'operazione d'appendicite.