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Signora, com'è affollato il triplete

Oggi per la Juve anticipo con il Parma. Ma la testa è al Monaco. A caccia del prestigioso tris oltre ai bianconeri anche Barcellona, Psg e Bayern

Signora, com'è affollato il triplete

Torino - La parolina magica è «triplete». Quello che la Juve non ha mai centrato e per il quale è però in lizza quest'anno. Contro tutti i pronostici, va detto: sia perché dopo l'addio di Conte erano in pochi a dare credito ad Allegri e alla sua capacità di rimotivare giocatori ritenuti spremuti, sia perché dopo il ko nella semifinale di andata di Coppa Italia pareva un puro esercizio di ottimismo immaginare la Signora capace di eliminare la Fiorentina. Come non detto, ecco. E allora via con i sogni e lo sdoganamento di uno scenario - quello del «triplete», appunto - che in Europa si è verificato solo sette volte in sessant'anni: Celtic (1967, allenatore Stein), Ajax (1972, Kovacs), Psv (1988, Hiddink), Manchester United (1999, Ferguson), Barcellona (2009, Guardiola), Inter (2010, Murinho) e Bayern Monaco (2013, Heynckes). Compagnia ridotta e molto nobile, con un solo precedente per quel che riguarda l'Italia. Guardare avanti e sognare però non costa nulla, anche se il menù odierno prevede che la Juve affronti al Tardini il Parma nel più classico dei testacoda, una di quelle partite che potrebbero nascondere trabocchetti buoni a fare diventare matti allenatori e tifosi. «Non bisogna pensare di avere già in tasca i tre punti, ma credere che il match vada vinto - il manifesto di Allegri -. I ragazzi hanno raggiunto la maturità per capire l'importanza della gara. Dopo di che prepareremo la partita contro il Monaco: capisco i tifosi, ma si vive male con l'ansia. Bisogna invece aspettare con entusiasmo il match di martedì, visto che a inizio stagione pochi credevano in una Juventus proiettata alla conquista dello scudetto, in finale di Coppa Italia e ai quarti di Champions».

Così, tanto per mettere i puntini sulle 'i' e scoprire poi di essere anche in una bella e ristretta compagnia, tra le squadre tuttora in corsa per tutto: Bayern Monaco, Barcellona e Psg vivono infatti la stessa condizione dei bianconeri, con un calendario splendidamente ingolfato e il cervello zuppo di speranze e sogni. «In questo momento bisogna mantenere l'equilibrio, perché è più facile e pericoloso cadere. Stiamo disputando un'ottima annata e abbiamo la possibilità di farla diventare eccezionale: non è semplice, però. E la cosa che mi farebbe molto arrabbiare è che tutto quello che stiamo facendo diventi normale: se riusciremo a vincere lo scudetto, sarà una cosa straordinaria per i ragazzi». Magari anche per lui, già tricolore una volta con il Milan e accolto a Torino tra fischi e sberleffi. Comunque sia, l'argomento «triplete» è ufficialmente stato sdoganato dopo l'impresa di Firenze, ritenuto possibile un po' da tutti pur se ovviamente non probabile. «La Champions è un sogno, è difficilissima da vincere - ammette Allegri -. Noi dobbiamo pensare solo a un passo per volta, dovendo ancora superare il quarto di finale». Se succederà, il sogno assumerà contorni ancora più affascinanti. Immaginando magari scenari sempre più prestigiosi perché, raggiunto un traguardo, ce ne sarebbero altri da mettere nel mirino. Il Barcellona di Guardiola, per esempio, aggiunse al «triplete» anche Supercoppa Uefa, Supercoppa di Spagna e Coppa del Mondo per club. Mentre l'Inter, salutato Mourinho, si fece pilotare dal bistrattato (e poi licenziato) Benitez a vincere la Supercoppa italiana e il Mondiale per club (battuti in finale i congolesi del Mazembe).

Voli pindarici, al momento. La quotidianità dice che Marotta e Paratici hanno rinnovato fino al 2018 e che con l'orgoglio del Parma non si scherza: «Giocheranno i migliori, perché vincere ci avvicinerebbe ancor più allo scudetto».

Però niente Tevez e Pirlo, recuperati ma risparmiati per il Monaco e niente Buffon tradito da un virus intestinale.

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