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"Closing? No, derby Cara Inter non rifaremo l'errore dell'altra volta"

L'hombre della partita d'andata è sicuro: «La vendita non ci distrae e non arretreremo»

"Closing? No, derby Cara Inter non rifaremo l'errore dell'altra volta"

Milanello L'hombre del derby d'andata sfuggito dalle grinfie nonostante quei due gioiellini di gol sembra un toro nell'arena. È pronto a infilzare Dybala e Mihajlovic, a bacchettare i suoi per quell'arretramento che procurò il 2 a 2 finale, ad accarezzare Berlusconi e ad aspettare Yonghong Li, a parlare chiaro sul Milan del futuro e sulla sfida mondiale con la Spagna. L'hombre del derby passato è Suso appena rientrato dopo l'insulto muscolare e già pronto a praticare un rito scaramantico. Attacca: «In tanti mi hanno chiesto cosa farò in caso di gol, l'altra volta promisi che sarei tornato a casa a piedi, questa volta non dico niente».

Quale fu l'errore da non ripetere in questo secondo derby?

«Siamo arretrati troppo. Aspettare, aspettare, aspettare: nel calcio non paga e all'ultimo minuto abbiamo subito il gol del pari».

Dicono: Inter arrabbiata dopo la scoppola di Crotone. E il Milan?

«Nel derby non c'è mai un favorito. Gli interisti sono sotto pressione, sono in ritiro punitivo ma anche noi siamo concentrati e stiamo lavorando bene. A loro toglierei Icardi e Banega. Mi piace molto Banega, è forte anche se qui a Milano non sta rendendo al massimo delle sue qualità. Io sto bene, dopo il Palermo non ero nemmeno stanco, ho anche buone sensazioni».

A Liverpool non hanno capito Suso o è colpa di Suso?

«Ero un ragazzo e da ragazzo non si colgono molti aspetti del calcio. Per esempio io pensavo che fare gol fosse la cosa più importante. Adesso ho capito invece che anche fare gli assist può diventare una virtù. A Liverpool mi sono trovato durante un cambio di proprietà. Sono arrivati gli americani e hanno portato un bel numero di giocatori. Perciò ho chiesto di cambiare aria. Il Milan mi voleva e ho scelto il calcio italiano».

Con Mihajlovic cosa non ha funzionato?

«Non lo so. All'inizio mi voleva utilizzare da tre-quartista, ho giocato un tempo solo contro l'Empoli, dopodiché non ho più visto il campo. Non c'era comunicazione tra me e lui. La fortuna è stata andare in prestito al Genoa: Gasperini mi ha schierato come fa con Papu Gomez all'Atalanta».

Lo sa che tra Montella e Berlusconi c'è un dibattito aperto sul suo ruolo?

«Ho incontrato il presidente dopo il derby d'andata, venne negli spogliatoi per farmi i complimenti. Ho letto che secondo lui dovrei giocare dietro la punta. E in effetti con lo schema di Montella io parto laterale a destra ma poi mi accentro e sono molto vicino agli attaccanti».

Anche qui a Milano c'è pronto un cambio di proprietà: cosa si aspetta dai cinesi?

«Noi del gruppo squadra continuiamo a lavorare senza farci distrarre dalle notizie. Si concluda o non si concluda per noi è uguale, non parliamo mai di closing».

D'accordo ma che intenzioni ha per il suo futuro?

«Lo ripeto: al Milan sto bene, mai fatti tanti gol in carriera, sono molto felice, cosa accadrà del mio contratto lo capiremo in estate».

Cosa servirebbe al Milan di oggi per tornare quello di un tempo?

«Bastano due o tre rinforzi per ottenere un Milan competitivo. Abbiamo lo stadio e tifosi eccellenti: non ci manca molto. Sulla scelta dei giocatori lascio fare a Montella e società, capiscono più di me».

Ha visto che spettacolo la Juve contro il Barcellona?

«Sì, confesso: non me l'aspettavo che giocasse una partita a così alta intensità. Pressing alto per tutti i 90 minuti».

E in più quel Dybala che dicono da Pallone d'oro

«Piano, piano. Dybala è bravissimo ma è ancora lontano da Messi. Vista in tv l'azione del possibile 1 a 1 del Barça c'è da restare incantanti. Solo Leo ha visto Iniesta spalancadogli la porta: incredibile».

In Italia è in corso un dibattito acceso tra club e Ventura sull'anticipo del campionato per preparare meglio la sfida del 2 settembre...

«Non lo sapevo ma la Spagna non è molto preoccupata».

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