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Colomba vola in India: «Farò decollare il calcio»

Colomba vola in India: «Farò decollare il calcio»

A 58 anni, Franco Colomba si è rotto le scatole di aspettare chissà quale occasione e dal 25 agosto sarà il primo allenatore italiano in India. Meglio emigrare che scendere di categoria: a lui è accaduto soltanto in avvio di carriera (con Olbia e Novara) e 7 anni fa (a Verona) era finito in Lega Pro.

Mister, Gigi Simoni era sceso in C1, alla Carrarese, prima di imboccare la strada dell'Europa con Cremonese (angloitaliano) e Inter. Non conveniva accettare una Lega Pro, anziché finire al Pune?

«No. Ho già lavorato nel giardino di casa. Abito a mezzo chilometro dallo stadio Dall'Ara, al Bologna mi ero salvato, eppure il presidente Porcedda volle sostituirmi alla vigilia del campionato, 4 anni fa. Avevo fatto bene anche a Parma, senza evitare l'esonero. Ripartire dalla terza serie sarebbe stato irrispettoso, per quanto ho dimostrato in un quarto di secolo».

Tre anni fa doveva nascere il supercampionato indiano, con Fabio Cannavaro e Crespo, allora riserva nel suo Parma…

«Il progetto venne procrastinato, ora fanno le cose nel modo giusto».

Perché la famiglia Della Valle foraggia il club arancioviola?

«La Fiorentina vuole esportare il suo marchio in giro per il mondo, in un Paese calcisticamente colonizzabile. Pune ha 2-3 milioni di abitanti, 8 comprendendo i sobborghi. Gli indiani sono un miliardo e mezzo, la nazione è vasta e con potenzialità. Impazzano cricket, hockey su prato e rugby, dunque gli sport britannici, però attecchiremo anche noi».

Copiate la Cina e il Guangzhou di Lippi e degli ex azzurri Diamanti e Gilardino?

«La filosofia è diversa, anche da Emirati e Giappone. Gli ingaggi indiani sono più contenuti, esiste un salary cap, come nell'Nba. C'è voglia di costruire il campionato dalle basi, facendo crescere giovani».

Tre stagioni fa, Matteo Ferrari fu il primo italiano a emigrare in Canada, convinto che la major league diventasse fra i 4 campionati più importanti al mondo. Invece…

«Serve pazienza. Per lanciare la I-league, ciascuna società piglia un topplayer, noi abbiamo Trezeguet. Ha 35 anni, è stato campione del mondo nel secolo scorso, eppure è motivato e ci aiuterà a lavorare con le scuole calcio. Mi porto il portiere Belardi dal Pescara, il difensore Cirillo, ex interista, dalla Grecia, l'esterno mancino Magliocchetti, già in Lega Pro, e mio figlio Davide, anche in B».

Tanti suoi colleghi rifiutano l'estero anche più comodo oppure fanno toccate e fughe. Lei sarà una meteora indiana?

«Non credo, anche se firmo per una sola stagione. Avevo voglia di esperienze nuove, dopo 40 anni nel calcio italiano. Il ds viola Daniele Pradè prospetta questa opportunità, in un quarto d'ora accetto. Nel Belpaese perdiamo la dimensione umana dello sport, in Asia trasmetto i miei valori».

Come sarà il campionato?

«A 8 squadre, 2 vengono sponsorizzate da spagnoli (Atletico Madrid) e olandesi (Feyenoord). Dura 2 mesi e mezzo, 14 giornate più 3 di eventuali playoff. Si gioca il mercoledì e la domenica. Cominciamo il 12 ottobre, da gennaio si programma la stagione successiva.

Il pubblico non mancherà: Bombay ha 24 milioni di abitanti, Calcutta e Nuova Delhi 15…».

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