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Il colombiano precario che fa felici tutti tranne il suo fan Conte

Il tecnico l'ha sempre cercato, ma i due si sono scambiati la squadra senza stare mai insieme

Il colombiano precario che fa felici tutti tranne il suo fan Conte

Antonio Conte passerà una notte di scompiglio. Davanti a lui Juan Guillermo Cuadrado Bello ha giocato la partita che deve giocare uno che ha il football nel sangue. Cuadrado era un sogno di Conte bianconero, la richiesta era stata ripetuta per anni tre, Agnelli e Marotta gli avevano risposto picche, il colombiano costava troppo per il ristorante bianconero da dieci euro. Partito Conte si appalesò Cuadrado, come una beffa. Per completare il dispetto, Conte, passato al Chelsea, ha dovuto accettare che lo stesso Cuadrado, sotto contratto con i londinesi, tornasse a Torino in cambio di 5 milioni all'anno per anni tre, come acquisto temporaneo, da trasformarsi a titolo definitivo, con il versamento di altri 25 milioni ad Abramovich, sempre in anni tre: totale 40 milioni, da oggi al 2022, mica banane e ananas, frutta tipica colombiana. Storia strana e bella quella di Cuadrado, scoperto dai mille osservatori di Pozzo e portato a Udine, quindi dirottato a mille e duecento chilometri più a sud, a Lecce, insieme con il compatriota Muriel. La coppia fece meraviglie in Salento più di Al Bano e Romina ma il Lecce finì in serie B e i due lasciarono Lecce. Cuadrado passò alla Fiorentina, quindi al Chelsea sempre con la formula del prestito, nessuno si fidava totalmente di lui.

A rileggere il passaporto c'è da divertirsi, Medellin, Udine, Lecce, Firenze, Londra, Torino, un giramondo che non ha mai fatto storie, panchina, tribuna, titolare alla bisogna, gol e preghiere al cielo che gli ha dato la grazia del dribbling, della rapidità di azione e lo sprint da centometrista che suggerì a Luca Toni il soprannome: vespa.

Cuadrado ronza, ha un aculeo velenoso, punge, nel calcio significa gol, come ieri sera, con una stangata così si diceva e scriveva un tempo per significare un tiro strapotente.

Fatto il suo, come gli capita ormai dai tempi salentini, Cuadrado, il precario, ha capito che era arrivato il tempo di cedere il posto di lavoro a un collega.

È, dunque, sceso dalla giostra, senza insultare nessuno, in silenzio rispettoso a differenza di Lichsteiner, l'unico svizzero non neutrale ma in guerra, sempre, contro il mondo.

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