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La mediocrità è disarmante ma diverte di più

Sparite le caselle con lo zero alla voce sconfitte: cadute anche Juventus e Sampdoria

La mediocrità è disarmante ma diverte di più

Sono sparite le caselle con lo zero alla voce sconfitte. Sono cadute anche Juventus e Sampdoria. Non è un dato da classificare alla voce «e chisseneimporta». L'anno scorso altra musica tra Roma e Juve. La Roma vinse tutte le prime 10 partite e rimase a lungo imbattuta. La Juve ha gli stessi punti (22) della passata stagione e, quasi, quasi, sta pure meglio: allora si trovava 5 punti sotto la Roma, oggi sono alla pari. Alla nona di campionato la Juve aveva subìto una marea di gol in più (9), segnato quasi quanto quest'anno dove le reti vengono distillate con apparente parsimonia e i tiri sbagliati non si contano. Oggi numeri e posto di classifica dicono che la parità è totale, il testa a testa rischia di essere più appassionante e si sta facendo meno marcata la distanza con la seconda linea della serie A.

Cosa si diceva all'inizio del campionato? Dateci il caffè perché qui ci addormentiamo. Bella noia e disarmante mediocrità. Cambiamo film. E quasi ci siamo. L'elogio della mediocrità diventa la vanità di un campionato. Per fortuna siete così e non ci angosciate con le squisitezze calcistiche di Bayern e Real Madrid, degli inglesi e del Barcellona. Per fortuna Mazzarri è un pasticcione e la Juve si mangia i gol, la Roma dimentica sempre di mettere la marcia in più e il Milan trasforma in argento (oro mai) quel che sembra latta. Per fortuna la Fiorentina ogni tanto guizza nelle sue qualità, il Napoli lucida la bontà dell'attacco.

Tutto serve per far spettacolo ed esaltare gli assatanati dell'elogio televisivo. Il calcio italiano (o il calcio) è forse l'unico caso di arte di svago che trae pregio dalla mediocrità. Non c'è film, opera teatrale, canzone, musical, libro, che la mediocrità non ammosci. Qui esalta e comincia a farti sognare. Chissà che Milan e Inter non arrivino spalla a spalla nel derby? Chissà che Juve e Roma siano meno inarrivabili di quanto pensavamo. Si tocca l'estremo quando il Milan pareggia a Cagliari e dovrebbe piangere. Ed, invece, pone pesantemente la sua candidatura al terzo posto. Siamo tornati alla classifica marmellata: basta poco per tornar grandi, serve molto di più (una colossale e prolungata debacle) per farsi cacciare fuori dalla zona Europa, se non Champions.

Alla lunga è probabile che Juve e Roma trovino miglior passo. Ma oggi questo pallone pasticciato sta regalando l'emozione di un campionato combattuto, più che dissoluto. Un campionato per farci divertire, basta essere di bocca buona. Un campionato che vale quello che costa? Assolutamente no. Non l'ingaggio dei giocatori e neppure il prezzo dei biglietti: infatti cominciamo a vedere tribune vuote. Si sta allineando anche lo Juventus stadium dopo stagioni di «tutto completo». L'altra sera San Siro faceva pena per i suoi vuoti. Eppure giocava la Sampdoria, terza in classifica. Non si può ingannare tutti. I soldi scarseggiano, la mediocrità abbonda.

Divertiamoci, ma senza prenderci sul serio.

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