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N el suo intimo Giovanni Malagò ha una voglia pazza di commissariare la Federcalcio di cui ha salvato poco o niente fin dal giorno del suo insediamento al Palazzo H. Allora c'era Abete a guidare il pallone, adesso c'è Tavecchio. E le situazioni sono peggiorate per l'apertura dei nuovi filoni sul calcioscommesse, la pessima figura di tutte le nazionali di categoria, il coinvolgimento del ct Conte nelle indagini della procura di Cremona. Un disastro. In occasione della presentazione delle divise olimpiche al Teatro Armani (ma perché nere e non azzurre?, e perché quel logo enorme sulla casacca che fa passare gli atleti olimpici per giocatori dell'Armani?) il presidente del Coni ha affermato con chiarezza che si parlerà di commissariamento qualora i campionati non partano in tempo utile. Ma si tratta di un eufemismo per sottolineare e contestare la lentezza con cui la procura federale porta avanti la sua attività. E qui Malagò ha ragione: o Palazzi cambia registro o i campionati avranno inizio in ritardo. «Guai comunque a farli partire con i procedimenti ancora in corso», questo il messaggio lanciato dal numero uno dello sport italiano. Tavecchio ha fatto scudo al pericolo in due mosse: prima ha invitato Palazzi ad abbreviare i tempi delle indagini facendo ricorso all'articolo 33; poi ha affermato che Serie B e Lega Pro possono cominciare tranquillamente a fine agosto. «Con l'Uefa - ha aggiunto - abbiamo obblighi solo per la Serie A».

Più che con la federazione, Malagò ce l'ha con le leghe: da quella di A che esiste solo per distribuire i proventi dei diritti radiotelevisivi a quella Pro che è nel marasma da mesi per finire a quella dei Dilettanti dopo le dimissioni di Belloli, autore di una vergognosa frase sulle calciatrici. A finire nella ghigliottina del commissariamento sarà per prima la Lega Pro, ne è perfettamente consapevole anche Tavecchio che una qualche risposta al Foro Italico deve cominciare a darla. La mancata qualificazione alle Olimpiadi della Under 21 ha acuito il solco fra i due enti. Ma non dimentichiamo che Under 17, Under 19 e Under 20 hanno fallito tutti gli obiettivi.

Nel frattempo Giunta e Consiglio del Coni, riuniti nel sito Expo, hanno approvato all'unanimità (e come poteva essere diversamente?) la delibera sulla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024. «Il mondo dello sport è unito e compatto in questa prospettiva.

E il successo di Expo rafforza la nostra situazione, è un bel biglietto da visita», ha chiosato il presidente, finalmente con il sorriso sulle labbra.

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