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Contador, addio da gigante. E il re di Spagna è Froome

Chris stacca Nibali sulle ultime rampe dell'Angliru Vincenzo cade ma difende un ottimo 2° posto

Contador, addio da gigante. E il re di Spagna è Froome

ContaFroome: una montagna per due. Una montagna di fatica. Una montagna di gloria. Una montagna di gioia ed estasi. Piange felice come non mai Chris Froome, che questa sera vestirà l'ultima maglia rossa, la più importante, quella che vale la vittoria del Giro di Spagna: una vittoria tutt'altro che triste e solitaria, ma final.

Piange lacrime dolci anche Alberto Contador, che vince per la seconda volta in carriera sull'Angliru, la montagna delle montagne, una delle più dure e aspre al mondo. Vince con un assolo di rara bellezza, per un addio d'autore alle corse: un gigante che vince sulla montagna dei giganti.

Non piange, ma si lamenta per il dolore al costato Vincenzo Nibali, che cade, stringe i denti, patisce come pochi, perde la Vuelta, ma difende il secondo posto: anche lui ha qualche motivo per guardare il bicchiere mezzo pieno. Decimo podio in carriera nei grandi giri, cose da big. Cose da Nibali.

Last shot. L'ultimo sparo del Pistolero è sull'Angliru, su questa vetta asturiana, che per molti è una delle salite più dure del mondo, Contador si porta a casa la tappa numero 20: la frazione più bella. Scatta in discesa insieme a Pantano e Mas, il 34enne spagnolo della Trek Segafredo. Aggredisce l'Angliru con una trentina di secondi di vantaggio sul gruppo di Froome, del quale già non facevano più parte Miguel Angel Lopez e Fabio Aru (il sardo ieri ha pagato più di un quarto d'ora). Alberto recupera un fuggitivo dopo l'altro, ai -5,5 km stacca anche lo spagnolo Soler e vola via gettando ogni energia per inseguire la vittoria.

Dietro, il solo Nibali prova a far qualcosa chiedendo a Pellizotti (eccezionale) di scandire il passo sulle terribili pendenze della montagna asturiana. Froome si aggancia alla ruota del siciliano e la lascia solo a due chilometri dal traguardo, quando un'accelerazione di Zakarin mette in difficoltà Nibali, che in verità è già da un po' sofferente per via di una precedente caduta lungo la discesa del Cordal. «Ho fatto fatica a respirare. È stata una sofferenza terribile ha raccontato il siciliano dolente - . Mi fanno male le costole e spero di non avere nulla di rotto». Speriamo.

Froome e Poels fanno il vuoto e chiudono a 17 secondi da Contador, Zakarin piega Kelderman e conquista il podio, Nibali nonostante i dolori e grazie a Pellizotti ritrova subito il suo passo e chiude al sesto posto a 51 secondi dal vincitore.

E oggi sarà passerella con Froome che firma un'altra pagina di storia vincendo la Vuelta dopo il Tour (prima di lui solo Anquetil e Hinault), con Nibali secondo e il russo Zakarin terzo. E con Alberto Contador che saluterà il ciclismo. Avrebbe voluto vincere questa Vuelta, lo spagnolo.

Ma è il ciclismo, oggi, a perdere di più.

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