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Conte non le canta alla Juve ma va a Sanremo

Conte non le canta alla Juve ma va a Sanremo

Prima Vinovo. Poi Sanremo. Nelle vesti di commissario tecnico della Nazionale, Antonio Conte è tornato ieri a Vinovo, sede del centro sportivo della Juventus. C'era ben poco da scoprire, ovviamente: i giocatori bianconeri non hanno alcun segreto per lui, idem la struttura e figuriamoci un po' i dirigenti con le rispettive opinioni legate ai temi più caldi del momento. Siccome però nel Giro d'Italia delle varie società mancava proprio la Signora che è stata (anche) sua, ecco che ieri Antonio da Lecce ha reso visita agli Stati Maggiori juventini: «L'incontro è andato bene, come doveva andare? - le uniche parole pronunciate all'uscita, firmando autografi, sette mesi dopo la rescissione del contratto che lo legava alla Signora -. È sempre un piacere sentire l'affetto dei tifosi bianconeri». Ad accoglierlo, fuori dal Centro, innamorati juventini con alcuni degli striscioni usati nel triennio passato (“Juve, sempre Con…te”, “Sempre Con-te nel cuore”). E, dentro la struttura, il presidente Agnelli, Marotta, Paratici e Nedved: Conte si è presentato alle 12,35, a bordo di una Lancia Voyager con tanto di autista. Dopo meno di due ore - con in mezzo uno sguardo all'allenamento - tutto finito. Tra le varie chiacchiere messe sul tavolo, gli stage della Nazionale e le esigenze di una Juve che deve prima di tutto confrontarsi con un calendario zeppo che più zeppo non si può. In sintesi, ognuno è rimasto sulle proprie posizioni: la Juve non è disponibile a concedere i propri giocatori per date che non siano quelle fissate dalla Fifa, mentre non ci sono preclusioni a ragionare sull'inizio anticipato del prossimo campionato (intorno a metà agosto) per far sì che Conte possa avere qualche giorno in più a disposizione per preparare gli Europei 2016.

Così, la novità di giornata più succosa riguarda… Sanremo: «Non salirò su quel palco per la prima volta - ha detto Conte in un'intervista a Dribblin g -. La prima volta fu con quattro compagni della Juve, quando cantammo per un progetto del Gaslini di Genova. Tornarci da allenatore della nazionale sarà un grande orgoglio. Una canzone che ricordo volentieri? «Si può dare di più» è un testo quanto mai attuale. Tutti possiamo farlo, a cominciare da me. I giocatori? C'è chi cerca di dare sempre il massimo e chi deve essere aiutato: in genere, però, i campioni che raggiungono certi livelli hanno dentro qualcosa di importante e lo dimostrano». Tipo Pogba, ecco. Il quale a JTv ha spiegato che «Torino è la città ideale per fare calcio, a Milano ci sono troppe feste e ristoranti. Cosa ci manca per arrivare in semifinale o finale di Champions? Un po' di fortuna, perché abbiamo una squadra che può andare molto lontano. La Roma? Il duello è contro tutti, soprattutto contro noi stessi. Platini e Zidane? Vorrei avere la precisione del primo e la tecnica del secondo». Incontentabile, appunto.

Un po' come Raiola, che vorrebbe far sbarcare a Torino l'attaccante Tomas Necid (Cska Mosca), gigante ceco di 191 cm che però potrebbe essere girato al Sassuolo (ma ci sono voci anche riguardanti il Chievo) per arrivare subito a Zaza.

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