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La Juve non perdona

Bastano 15' per vincere e 55' per finire con Milan, Napoli e Roma. La differenza di 26 punti ci sta. Abulia nerazzurra: due soli tiri in porta

La Juve non perdona

nostro inviato a Torino

Adesso i punti di distacco sono 26 e cominciano a starci tutti. Juve sempre più killer e Inter sempre meno Inter. La Juve è la Signora che ti stringe e distrugge, l'Inter non ha più nemmeno la pazzia, solo abulia e talvolta indecenza. Conte si mangia ancora una volta le strategie di Mazzarri (ma quali sono?), la Juve prosegue nel suo cammino da record casalingo (ora sono 11 i successi). L'Inter continua a contare le sue negatività: non ha ancora vinto nel 2014, è alla terza sconfitta, quarta nelle ultime 10 partite. La Juve le rifila tre gol come avrebbe supposto il pronostico, l'Inter ne cava uno soltanto e casuale. Palacio continua a buttare occasioni (ieri due). La gente bianconera segna gol con il pallottoliere: nelle ultime 7 partite 6 volte almeno 3 reti. Tre gol a Napoli, Roma, Milan e Inter, sempre in casa. Vale la regola del “tre” e non solo. È il segno del potere. Che noia per il campionato! Conte, nel finale, ha mandato in campo pure Vucinic, quasi a dirgli: visto dove potevi finire! E quello lo ha ripagato colpendo il palo esterno di Handanovic.

Ecco, appunto, sappiamo dove finirà la Juve, non è chiaro come finirà questa disarmata Inter. Ancora una volta imbarazzante gran parte della partita nerazzurra. La Juve doveva aver l'impressione di giocare contro un semplice sparring partner, forse un punching ball. Viste così, uno potrebbe pensare: i 26 punti di differenza ci stanno tutti. Strano che all'andata non ci sia stata la stessa trasparenza di impressioni. Questa Juve è certamente cresciuta, gioca con facilità e sicurezza, Pirlo ieri sera se la spassava come non avrebbe forse creduto. I centrocampisti arrembavano con grande felicità e facilità. E Tevez è sbucato in area, dopo tre minuti di gioco, trovandosi il muro di Handanovic a respingere due palloni che parevano fatti per il gol. Ma l'Inter? Dov'è finita la squadra? Chi ha ancora coraggio di parlare di gioco (Mazzarri cosa racconterà?). In trequarti d'ora non ha fatto un tiro in porta, si è mangiata il contropiede che poteva far venire i brividi alla gente bianconera. Kovacic serve Palacio e quello spedisce alto, come preso da una maledizione: non ne imbrocca più uno. E si ripeterà (di testa) anche nel finale della ripresa.

Alla fine del primo tempo la Juve contava otto tiri, cinque in porta, l'Inter un solo tiro. Disarmante. Dopo un inizio pieno di voglie e reattività a centrocampo, si è tirata indietro impotente e incapace di produrre un gioco dignitoso. Tutto pare improvvisato e da provincialismo pallonaro. Quello sbucare di Tevez dopo tre minuti ha confermato i soliti difetti di una difesa svagata. Ancor peggio il gol di Liechtsteiner, dopo 15 minuti, lungo cross di Pirlo e quello sbuca in area lasciando sul posto Kovacic e gli altri difensori a dormire: tuffo da centravanti vecchia maniera e il testolone si è fatto d'oro. E così pure il raddoppio ad inizio ripresa: balletto difensivo di Nagatomo e compagnia stonata, e Chiellini arriva come un treno a sparare in porta. Disarmante.
Ma è stato refrain di tutta la partita. Partenza da Juve tonica e da Inter atonica. La gente bianconera, sulle tribune, si è divertita più a battibeccare con gli ultras nerazzurri che ad applaudire le occasioni juventine. Prima del raddoppio ne sono capitate un altro paio limitate da Handanovic. Poi si è sciolto pure lui e la Juve non ha fatto che attendere il terzo gol arrivato dopo 10 minuti della ripresa. Milito appena ripescato dalla panca e Pogba e Vidal in pressione sulla difesa di burro: burro le mani del portiere sul tiro del francese, statuine Jesus e soci, ed ecco spuntare il piedone killer di Vidal per l'11° gol in campionato. Tanto non è bastato per risvegliare l'Inter ma, almeno, per ammorbidire la Juve che si è presa qualche rischio ed ha finalmente visto il primo tiro in porta dell'Inter. Guarda caso finito in rete dal piedone di Rolando, che il gol l'aveva pure promesso. Tirando le somme, la gente di Mazzarri ha calciato il primo pallone nello specchio dopo 71 minuti. La Juve ha giocato 15 minuti per vincere la partita, 55 per annientare l'Inter. Mazzarri e i suoi rischiano di finire nel guinness.

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