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Al conto azzurro manca la quota di Verratti e Jorginho

Al conto azzurro manca la quota di Verratti e Jorginho

Mancano i centravanti, oggi detti attaccanti. D'accordo. Ma in assenza di questi dove sono i centrocampisti goleador? Prendiamo Marco Verratti di anni ventisei. Da sei stagioni gioca in Francia con il Paris St. Germain, avendo compagni di squadra tra i migliori del mondo, come centravanti cioè. Bene in centosessantuno presenze il ragazzo ha realizzato 5 gol in tutto. Era arrivato dal Pescara, dove con Zeman profeta, in ventotto presenze era riuscito a segnare 1 gol. Passiamo a Jorge Luiz Frello Filho, in arte Jorginho: con il Napoli, di Benitez o Sarri che sia, ha giocato centotrentatré partite segnando 2 gol. Con il Chelsea, finora, dodici presenze e 1 gol. Tralascio lo sbarbato Barella che è ancora nella fase montessoriana della sua carriera ma le chiacchiere stanno a zero, il bel gioco, la manovra avvolgente, il fraseggio possono accontentare gli occhi ma lasciano vuota la pancia, come la cucina ad effetto di certi chef più adatta a un set fotografico che a una tavola di affamati.

L'Italia non va in gol per colpa di Immobile? Di Belotti? Di Lasagna o di Berardi? L'Italia campione del mondo del Duemilasei disponeva di attaccanti quattro, Inzaghi, Toni, Gilardino e Iaquinta ma aveva anche tre centrocampisti che portano il cognome e il tabellino di gol di Totti, Del Piero e Pirlo, senza dimenticare De Rossi, Camoranesi e Perrotta, tutti capaci di andare a rete, di sbloccare i risultati e non di limitarsi al narcisismo, all'estetica del football che incanta i passeggeri dei campi e degli stadi. C'è chi ritiene che un gol segnato dopo quindici o quaranta passaggi sia più spettacolare di un gol realizzato dopo tre tocchi, non comprendendo che quest'ultimo sia ben più difficile.

Hans-Peter Briegel, ex difensore della Germania e dell'Hellas Verona, parlando del flop della nazionale di Löw, ha sentenziato: «Di certo da quando Guardiola è arrivato al Bayern qualcosa è cambiato. Ci siamo illusi che per vincere servisse tenere il 75% del possesso palla. Ma avere il controllo del pallone non basta per fare il risultato, non sempre almeno. Da sempre la cosa più importante per ottenere i risultati non è il bel gioco.

E' l'equilibrio».

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