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Il coraggio di Sarri e niente multa. La Signora e l'effetto boomerang

Atteso un chiarimento nello spogliatoio dopo la sosta

Il coraggio di Sarri e niente multa. La Signora e l'effetto boomerang

Dritto al punto. Come quando, da attaccante, buttava la palla dentro. Senza tanti fronzoli. Gary Lineker non si è tirato indietro sul fatto della settimana: Cristiano Ronaldo richiamato in panchina per due volte di fila, come in precedenza era accaduto soltanto nel 2015/16, allenatore Benitez in casa Real Madrid. Via con un paio di tweet, allora: «Non finirà bene, credo. Ma c'è da dire che Sarri è un tipo con due palle così». Ecco: lo hanno pensato in tanti, l'ex bomber di Sua Maestà lo ha scritto a chiare lettere. Dopo di che, bisognerà vedere come andrà davvero a finire: non basteranno poche ore per capirlo. E nemmeno pochi giorni. Perché la pausa per gli impegni internazionali dilaterà il fattaccio per due settimane, pur nascondendolo dietro le partite che saranno giocate di qui a poco. A metà della prossima settimana, comunque sia, l'argomento andrà affrontato. «Non so se Cristiano sia andato via prima della fine della gara aveva dichiarato Sarri nella pancia dello Stadium -. Se lo ha fatto, dovrà parlarne con i compagni». Nessun rimbrotto pubblico, anzi: «Va ringraziato, perché si è reso disponibile pur non stando bene». Punto di vista particolare, come minimo. Che si sposa con quello della società, la quale avrebbe deciso di non multare il giocatore, non nuovo a scenate del genere: è successo anche con Zidane. Due chiacchiere da farsi, prima o poi, e tutto dimenticato: magari andrà davvero così, magari no. Mentre lui, CR7, ieri ha banalmente fatto finta di nulla twittando «Partita difficile, vittoria importante». Nessun riferimento a quanto accaduto, nessuna scusa accennata o giustificazione di sorta. Mentre la questione antidoping sollevata da Cassano in tv non esiste: i club conoscono un quarto d'ora prima i «sorteggiati» per il controllo, quindi quando il portoghese è andato via la società sapeva che non avrebbe dovuto sottoporsi all'esame e non è stata violata nessuna regola.

«Quando sei un campione, è normale tu ti possa arrabbiare quando vieni richiamato in panchina il parere di Szczesny -. Conosciamo tutti la qualità e la personalità di Cristiano. A 34 anni non è comunque semplice gestire situazioni di questo tipo, ma non ho dubbi sul fatto che ci darà ancora tantissimo».

Intanto, però, le sei reti (in 14 partite) segnate finora rimangono poche. Pochissime, per uno come lui. «Non dribbla un avversario da tre anni, questa è la verità le parole di fuoco dette a Sky da Fabio Capello -. Dybala e Douglas Costa invece lo fanno. Il Ronaldo della Spagna ti lasciava lì e scappava via». Quello odierno no. Però sbuffa e si lamenta. «Il modo in cui si è comportato non va bene. Uno deve essere campione anche quando esce dal campo: a fine partita gli avrei parlato, per rispetto dei compagni».

Sarri non lo ha fatto e, anzi, lo ha giustificato.

Da un lato dimostrando alla squadra di non guardare in faccia nessuno quando si tratta di vincere una partita, dall'altro prestando pericolosamente il fianco a prossime insubordinazioni: toccherà alla società fare capire ai giocatori CR7 in primis, in teoria che altre alzate di capo non dovranno verificarsi.

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