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Cori contro i napoletani, stangati i baby della Juve

Squalificati 25 ragazzi dell'under 15 per il video postato sul web. Una lezione che va oltre il calcio

Cori contro i napoletani, stangati i baby della Juve

Più che una letterina di Babbo Natale, il carbone della Befana. E visto che si parla della Signora, la calza cade a pennello con una stangata da record. Un giornata di squalifica per venticinque giocatori della Juventus, è il «regalo» che il giudice sportivo ha fatto trovare sotto l'albero ai baby bianconeri dell'Under 15, ora la maggior parte passati nella 16. Colpevoli di aver festeggiato nello spogliatoio la vittoria in semifinale contro il Napoli nello scorso campionato con un coro gravemente offensivo: «Abbiamo un sogno nel cuore, Napoli usa il sapone». Il tutto ripreso con il telefonino da un giocatore. Video inevitabilmente finito sui social in pochi minuti, protagonista del lancio del coro e delle riprese un centrocampista nato non a Bolzano, ma a pochi chilometri da Napoli.

Ma fermarsi alla questione territoriale sarebbe riduttivo, bisogna entrare nel campo dell'educazione. E per una volta il mondo del pallone sembra aver voluto cogliere la palla al balzo. Anche se per riuscirci di mesi ne sono serviti sei. Può essere che una stangata del genere abbia più senso di chiudere le curve per poi riempirle di bambini che a ogni rinvio del portiere urlano merda.... Perché il giudice sportivo nel dispositivo proprio al principio educativo vuole rifarsi nei confronti di giocatori che hanno violato «valori sportivi che a maggior ragione in età giovanile dovrebbero orientare l'attività sportiva ed educativa di coloro che aspirano a diventare i futuri protagonisti del mondo calcistico».

Formare uomini che diventino campioni, un segnale forte dopo mesi di attività sui campi di periferia spesso scanditi da bollettini di «guerra» tra arbitri picchiati, risse in campo e tra genitori fuori.

Alla richiesta del procuratore federale di due giornate di squalifica per tutti i ragazzi e di tre per l'autore del video, la Juventus - che non ha contestato nel merito - ha contro proposto un'attività formativa con una serie di incontri sull'utilizzo dei social e un'ulteriore collaborazione con la comunità di Sant'Egidio. Ma per il tribunale federale la promozione dei valori sportivi dovrebbe essere istituzionalizzata nelle società.

Lo stesso club bianconero, che dovrà pagare seimila euro di ammenda, lo scorso giugno si era detto pronto a ritirare la squadra dalla finale scudetto. Poi con la Federazione si era deciso di giocare e di avviare appunto un percorso formativo. L'ex ad bianconero Marotta ai tempi aveva detto: «Bisogna essere più incisivi nell'attività di prevenzione». Poteva essere un'occasione persa, ma ci ha pensato il giudice sportivo. Perché a volte la lezioncina risulta fine a se stessa, invece la vecchia tirata d'orecchi ha un'efficacia unica. Insieme a quella del campo. Perché quell'under 15 in finale rimediò una cinquina dall'Inter. Niente di peggio per una squadra il cui presidente all'ultima assemblea dei soci ha detto: «Deve essere chiaro che, dagli Under 8 in su, l'obiettivo della Juve è quello di vincere». Sconfitta sonora e squalifica record.

Doppia punizione.

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