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Corsa, sacrificio e quel palo L'azzurro esalta il tap player

Giaccherini rinverdisce la fama dell'imbucato: statura da italiano del dopoguerra, testa  incassata, ma poi tanta voglia e tanta qualità

Corsa, sacrificio e quel palo L'azzurro esalta il tap player

Poi i rigori... Magari questa Spagna sta diventando antipatica solo perché non perde mai anche se c'è una soluzione a tutto. Per quelli che hanno sullo stomaco il tiqui taca di Iniesta e Xavi il rimedio è semplice: basta non guardarlo. Addormenta, è un trasloco lento del pallone, irridente e sfinente per chiunque lo subisca. Ci sono sempre delle alternative in tv, per esempio un bel cartone animato di Tom e Gerry. Uno s'illude ma la musica non cambia poi molto, tutti tifano per Tom, alla fine vince sempre Gerry. Insomma è uguale a Spagna resto del mondo.
E questo tutti noi lo sapevamo quando Howard Webb ha fischiato l'inizio e i nostri timori sono apparsi subito giustificati. Sono partiti con il tiqui taca nella nostra metà campo. Dopo neppure due minuti avevamo già corso più rischi noi di Mario al barrio di Bahia, poi all'improvviso il mondo si è capovolto e gli azzurri hanno trovato la soluzione per tutti quelli che s'addormentano quando guardano la Spagna. Pensare che i bookie bancavano la nostra vittoria per mera cortesia, in realtà c'erano più giocate per indovinare dove e come avrebbero festeggiato nella notte i campioni del mondo. Era un argomento molto più suggestivo e anche più stimolante. In fondo noi potevamo solo sperare che nei giorni precedenti, le dieci escort avessero lavorato a fondo e da serie professioniste del settore. Fabregas e Soldado, fra i più in palla con le signorine, erano dati in forse per problemi muscolari e non era pretattica. Roberto Soldado lo avevano dato in equilibrio instabile, stordito come se avesse perso la memoria. A Recife, dopo il 2-1 sull'Uruguay, raccontano che con lo strip poker non gli fosse andata benissimo, poi a Fortaleza, dopo il 3-0 alla Nigeria, è arrivato in compagnia fin quasi sull'uscio della stanza dell'albergo fermato in extremis dalla security di Del Bosque. Uno che si era riguadagnato la nazionale lo scorso anno dopo sei di assenza, sinceramente in patria da lui si aspettavano ben altre prestazioni.
Ma anche gli altri sembravano sottotono, e quando Candreva, Gilardino, De Rossi, Maggio, Marchisio e Giaccherini hanno messo in campo una versione molto edulcorata del tiqui taca, abbiamo scoperto che funzinava alla grande. Occasioni in serie e Iker Casillas a tamponare, respingere, uscire, tuffarsi. E la cosa più sorprendente era il nostro Giaccherini in missione segreta sulla fascia sinistra che non fungeva da guastatore ma da docente.
Abbiamo sempre una rivelazione quando ci presentiamo a una competizione internazionale, una sorpresa anche per gli addetti, uno che parte per improvvise defezioni e si presenta a testa bassa, ultimo della fila, orecchie giù, inosservato e rimbalzato. E invece è stato quasi sempre l'imbucato di turno a darci le gioie maggiori e questo Giaccherini rinverdisce la fama, statura da italiano del dopoguerra, testa incassata, ma poi tanta corsa, tanta voglia, tanto amore e tanta qualità. E non solo per quel gol che ci ha illuso contro il Brasile. Ieri sera lo ha fatto nuovamente, illuderci intendiamo. Alla mezz'ora del primo tempo ha servito un pallone in area a Maggio che sembrava un cartone animato. L'esterno del Napoli si è lanciato in tuffo ma Casillas era lì, peccato, è rimasta l'azione migliore della partita, quella che ci ha fatto saltare sui seggiolini. E quel palo nel primo supplementare. La Spagna scomparsa, il tiqui taca seppellito, un evento straordinario per chi ha a cuore l'argomento. Era come se all'improvviso in un cartone di Tom, Gerry le buscasse di brutto. Neppure la Warner ha mai avuto questo coraggio.

E se Giaccherini al posto di mirare il palo ci mette dentro quel sinistro nel primo supplementare a festeggiare andiamo noi e spiazziamo pure i bookie.

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