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Ma CR7 ricordi che a Torino i fenomeni vanno la Juventus resta

Ma CR7 ricordi che a Torino i fenomeni vanno la Juventus resta

Qualcuno dovrebbe spiegare a Cristiano Ronaldo che la Juventus esisteva prima di lui. E continuerà ad esistere anche dopo di lui. Per dire, dunque, che i capricci da primadonna possono portare a epiloghi non previsti. Non sarà lui a decidere, come gli è capitato a Madrid, di salutare la compagnia ma potrebbe essere il club a decidere la separazione, la conclusione, anche anticipata, del contratto. Perché questa è la filosofia del mondo al quale appartiene la società bianconera, un mondo che se vuole tagliare le teste non guarda le facce, se deve liquidare Montezemolo o De Benedetti, Cantarella o Fresco, Romiti o Roberto Baggio o Allegri, tanto per mettere tutti sulla stessa catena di montaggio, non viene frenato dalla mozione degli affetti, non cade nella trappola dei sentimenti come accade altrove, ma fa due conti, se il personaggio e la persona rientrano nel progetto della casa allora si provvede, altrimenti si apre la porta e lo si accompagna all'uscita. Ronaldo fa i capricci come qualsiasi vedette, del football, dello spettacolo, del cosiddetto star system. Non accetta critiche, non tollera di essere messo in discussione, cioè in panchina a meno che non si tratti di sfilata da standing ovation. «Possiamo vendere il nostro tempo ma non possiamo ricomprarlo» la frase di Fernando Pessoa, scrittore portoghese, sembra tagliata su misura per Cristiano di oggi, assetato di notorietà come dal primo giorno di carriera e, forse di vita, ma costretto a riferirsi all'anagrafe, alle intemperie del football, alle scelte degli allenatori. Ronaldo non è finito, così come non era finito Pirlo quando lasciò il Milan, come non era finito Dino Zoff, dopo il mondiale del Settantotto in Argentina, quando subì gol da un tot di metri dagli olandesi Brandts e Haan. Le ultime esibizioni di CR7 hanno creato il dibattito ma lo stesso calciatore ha provocato e provoca ancora la polemica. Non sapendo, forse, che a Torino, prima di lui sono transitati altri fenomeni.

Transitati loro, appunto, è rimasta la Juventus.

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